“La stagione estiva è alle porte e per molti, in tutto il territorio lucano, è un’occasione di lavoro. Vogliamo ricordare, soprattutto ai più giovani, l’esistenza di leggi e di contratti nazionali che regolano l’attività lavorativa e che il datore di lavoro è tenuto ad applicare. I finti part time, lo straordinario ‘dovuto’, il mancato riposo, la malattia non pagata, norme di igiene e sicurezza non rispettate, non sono legali! E poi c’è il lavoro svolto completamente al nero e la messa in prova non retribuita, con cui evidentemente qualche imprenditore spera di tirare alle lunghe, magari cambiando a ripetizione le persone ‘da valutare'”.
E’ quanto sostengono i Segretari Provinciali dell’Ugl Matera e Potenza, Pino Giordano e Giuseppe Palumbo, per i quali, “è bene ricordare che questi casi, se denunciati, producono l’assunzione a tempo indeterminato. Vogliamo lanciare un appello provocatorio, anche ai turisti: quando andate al bar o al ristorante, lasciate una mancia al personale perché i vostri spiccioli potrebbero essere l’unico guadagno della giornata per chi lavora in prova nel locale. Meno diritti, retribuzioni più basse, deroga alle norme, non saranno mai fattori di crescita per l’economia di un territorio – proseguono Palumbo e Giordano -, mentre per l’Ugl, sono strumenti di intimidazione nei confronti dei lavoratori che pur di avere un impiego, sono costretti ad accettare anche ciò che va contro il proprio interesse. Un finto part time, ad esempio, non farà maturare al lavoratore nella misura dovuta quegli istituti previsti dalla contrattazione collettiva come ferie, tredicesima, quattordicesima, permessi e Tfr (il trattamento fine rapporto). Ed influirà sull’assegno di disoccupazione, che viene calcolato sulle settimane di contribuzione. Ogni anno nelle sedi Ugl in Basilicata raccogliamo le testimonianze di lavoratori e lavoratrici stagionali, anelli deboli di un modello economico basato sullo sfruttamento. In questi periodi e circostanze, diverse potrebbero essere le anomalie: chef assunti come camerieri e a un terzo delle ore reali di lavoro, l’aggiramento delle regole e l’impoverimento del salario sono evidenti, come pure l’evasione fiscale e contributiva che si determina ai danni del singolo e della collettività. E come non tenerne in considerazione il proseguimento anche sulla pratica degli appalti e delle esternalizzazioni dei servizi alle cooperative, soprattutto negli alberghi, nei villaggi dove si viene pagati con pochissimi euro a stanza pulita, o a minuti a stanza, ossia a cottimo. Il tempo per la pulizia delle stanze viene cronometrato e se la lavoratrice sgarra di un minuto viene ripresa e a volte anche a male parole. Situazioni limite, che fanno concorrenza sleale a quelle imprese che invece rispettano le regole, dove ‘la precarietà’ è diventata a tempo indeterminato: basti pensare alla giungla di tipologie di contratti che vengono utilizzati, gli interinali, a chiamata, per il weekend. Il turismo è vitale per l’economia del nostro territorio materano e necessita di attenzione, risorse, programmazione, legalità. Un lavoro di qualità significa qualità dello sviluppo e dell’offerta di servizi. È necessario un corposo e capillare controllo da parte degli istituti ispettivi, col coinvolgimento delle associazioni di categoria datoriali verso un obiettivo comune, perché le imprese vanno richiamate al senso di responsabilità sociale che ancora non è diffuso. Infine e non per ultimo – concludono Giordano e Palumbo – ‘Lavorare per vivere’ è lo slogan che ormai da tempo segna la battaglia lanciata dalla Ugl per la sicurezza sui luoghi di lavoro dove Paolo Capone, il nostro Segretario Generale Ugl, ricorda e urla forte oramai da anni, per chiedere che si attui ogni forma di tutela e prevenzione verso i lavoratori: tutti, nessuno escluso”.