Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviata dai sindacati al direttore del Provveditorato Regionale dell’Amm.ne Penitenziaria per la Basilicata Dr. Salvatore Cerra, al direttore della Casa Circondariale “A. Santoro”Dr. Michele Ferrandina, al Prefetto della Provincia di Potenza Rosaria Cicala e ai sindacati di categoria per segnalare la grave criticità sulla gestione del personale di Polizia Penitenziaria presso la Casa Circondariale “A. Santoro” di Potenza e proclamare lo stato di agitazione. Di seguito la nota integrale.
Si comunica che le scriventi segreterie regionali hanno più volte rappresentato alle Autorità dell’Amministrazione Penitenziaria le precarie condizioni che vive il personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale “A. Santoro” di Potenza a causa di una gravissima carenza di organico, dovuta ai notevoli pensionamenti verificatisi negli ultimi anni senza provvedere al turn-over.
L’Amministrazione Penitenziaria regionale e centrale, purtroppo, malgrado le grida di allarme poste in essere delle Organizzazioni Sindacali e nonostante le numerose richieste trasmesse dalla Direzione della Casa Circondariale, ha sempre ignorato la realtà dei fatti , affidandosi e sfruttando il costante sacrificio dei baschi azzurri, questi sempre pronti a superare ogni tipo di criticità con il buon senso e con l’impegno che spesso ha anche superato gli obblighi contrattuali .
Allo stato risultano in servizio soltanto 115 unità di Polizia Penitenziaria in servizio a fronte di un organico previsto di 153 unità, in una struttura penitenziaria risalente agli anni ’50 , priva della necessaria strumentazione tecnologica che possa veramente essere efficace per sopperire la carenza del personale.
La realtà strutturale e funzionale dell’Istituto è tale che la carenza di circa 40 unità risulta essere un vero dramma nell’ambito di tutti i settori del penitenziario potentino, soprattutto nel momento in cui , nel mese di febbraio u.s. , nonostante il forte disappunto rappresentato dalle OO.SS. scriventi, l’Amministrazione ha riaperto un Reparto detentivo raddoppiando la presenza dei detenuti , gravando sia sui carichi di lavoro che sulla già precaria gestione del personale di Polizia Penitenziaria, sottoponendola ad un notevole stress psico-fisico.
La riapertura del Reparto (giudiziario) , unitamente alle innovazioni interne , dovute al nuovo modello di esecuzione della pena, conseguenza della c.d. “Sentenza Torregiani” , è stata imposta dall’Amministrazione regionale al fine di garantire i livelli di vivibilità all’interno dei penitenziari italiani nei confronti della popolazione detenuta ed evitare le pesanti sanzioni della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, senza preoccuparsi, però, delle conseguenze a danno dei poliziotti, in quanto tutto ciò ha subito uno stravolgimento organizzativo nell’ambito della sicurezza del penitenziario, ampliando le attività operative ed amministrative del carcere creando ulteriori posti di servizio.
Premesso quanto sopra, per sopperire alla complessa funzionalità della Casa Circondariale, il personale di Polizia Penitenziaria subisce quotidianamente la prevaricazione dei diritti essenziali soggettivi , anche quelli più elementari, tanto che ogni giorno il personale viene ripetutamente richiamato in servizio dai rari casi, ormai, in cui fruiscono della giornata libera.
Da una oggettiva previsione, si percepisce chiaramente che le condizioni attuali subiranno ancora ulteriori peggioramenti durante il periodo estivo, allorquando il personale di Polizia Penitenziaria dovrà fruire, forse, del periodo di ferie con le proprie famiglie.
In questa occasione si evidenzia anche il grave deficit che subisce la sicurezza dell’Istituto di Potenza , soprattutto nelle ore serali e notturne, dove la struttura è praticamente “svuotata” del necessario personale di Polizia Penitenziaria , mettendo a repentaglio l’incolumità di quei pochi lavoratori e della sicurezza pubblica.
A questo punto ci chiediamo, è mai possibile che né l’Amministrazione Penitenziaria, né altre istituzioni dello Stato non prendano in seria considerazione gli allarmi che le scriventi Organizzazioni Sindacali tentano di portare alla luce ? Ci chiediamo se bisogna per forza maggiore aspettare che accada qualcosa di irreparabile ? eppure qualcosa dovrebbe insegnare la cronaca italiana, dove quasi ogni giorno ci porta a conoscenza di drammatici eventi che continuano ad accadere all’interno degli istituti penitenziari, spesso a causa di un forte depotenziamento della sicurezza voluto proprio dalla stessa Amministrazione Penitenziaria anche se, poi, chi ne risponde direttamente è, purtroppo, sempre la Polizia Penitenziaria.
Oggi 22 maggio 2014, l’Amministrazione Penitenziaria di Potenza ha celebrato il 197° Anniversario della Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria a “porte chiuse” dentro il carcere, a completo appannaggio delle importanti attività che i poliziotti svolgono quotidianamente e nella totale invisibilità delle istituzioni e della cittadinanza, ma i “baschi azzurri” non hanno proprio nulla da festeggiare, anzi denunciano l’abbandono e la mortificazione dello Stato nei confronti di un proprio Corpo di Polizia, nonostante ogni giorno porta in salvo detenuti colti da malore oppure che tentano il suicidio o, ancora, che vengono aggrediti da detenuti senza scrupoli e con malattie infettive.
In ragione di quanto rappresentato, le scriventi organizzazioni sindacali proclamano lo stato di agitazione della Polizia Penitenziaria a decorrere dal 23 Maggio 2014 con l’astensione della consumazione del pasto giornaliero presso la mensa di servizio e chiedono un immediato incontro con il Sig. Provveditore Regionale in indirizzo, al fine di trovare soluzioni immediate ed urgenti non più rinviabili.
Laddove tale richiesta dovesse essere declinata, come spesso è accaduto in passato, le organizzazioni sindacali continueranno ad oltranza con altre forme di proteste pubbliche maggiormente incisive.