Venerdì scorso ho partecipato con una delegazione del Partito Democratico all’incontro organizzato a Rionero sulla vicenda Stellantis opportunamente promosso dal Sindaco della città di Fortunato. Si è avuta subito netta la sensazione che oramai siamo di fronte ad una vera e propria emergenza nazionale e territoriale. Gli incentivi all’esodo delle maestranze messi in atto dall’azienda multinazionale stanno producendo la perdita di circa 2.000 posti di lavoro, senza contare ciò che sta accadendo nell’indotto. Purtroppo gli appelli che abbiamo lanciato per tempo in occasione delle sedute straordinarie di Consiglio regionale e comunali sono stati presi sottogamba e non hanno prodotto quella mobilitazione unitaria istituzionale utile a porre al centro del dibattito e delle decisioni nazionali azioni e strumenti idonei a fronteggiare la epocale transizione ecologica per trasformare un problema in opportunità e (quanto meno) garantire i livelli occupazionali e la strategicità dell’area industriale di Melfi. Inutili sono stati anche gli appelli lanciati dai sindaci e dai sindacati.
Il Governo regionale in questi mesi si è limitato a fare spallucce trincerandosi di fatto dietro il concetto che la questione è troppo grande per una Regione piccola come la Basilicata.
Certo, la questione è grande, internazionale, ma proprio per questo ciascuno deve fare la propria parte senza crearsi alibi. E la Regione poteva (e può ancora) svolgere un ruolo importante in questa crisi conclamata. Vantarsi di aver ottenuto il riconoscimento per Melfi quale area industriale di crisi complessa non è altro che la certificazione di un problema che esiste, ma che sembrerebbe riguardare altri livelli istituzionali.
Intanto occorre ricordare a Stellantis di rispettare gli accordi sottoscritti nel 2021, e questo lo si fa tutti insieme: Governo nazionale, sindacati, Regione, Comuni. Quegli accordi prevedevano la produzione di 4 modelli completamente elettrificati per brand diversi e la contestuale produzione delle attuali vetture mantenendo una capacità produttiva di 400.000 vetture/anno con il fine di garantire i livelli occupazionali.
Poi ci sono le questioni un po’ più “domestiche” ma non meno decisive ed importanti.
Ad iniziare dalla gestione dell’area industriale ancora oggi incomprensibilmente nell’equivoco tra il Consorzio Industriale della Provincia di Potenza in liquidazione e la fantomatica ApiBas, dove ancora oggi si vive l’equivoco tra chi compete (banalmente) cambiare le lampadine dell’illuminazione per garantire sicurezza. Poi c’è la questione della Zes e dei suoi ritardi, nonché l’esigenza di un programma e di finanziamenti per la riconversione industriale delle aziende che l’elettrico espelle di fatto dal mercato. E poi c’è la necessità di dotarsi di una vera e propria politica industriale che riguardi tutte le nostre aree industriali, a cominciare dalla Val Basento, per attrarre nuovi investimenti. Sosteniamo che è necessario incidere con politiche regionali sull’eccessivo costo dei fattori produttivi, in primis il costo dell’energia. Il Governo regionale si è concentrato in questi mesi esclusivamente sulla populistica misura del gas gratis ai lucani ed è rimasta sorda ai nostri appelli che sostengono che non è sufficiente non far pagare la bolletta del gas se poi si perde il posto di lavoro. Sono stati persi mesi importanti per chiedere al Governo, e quindi all’UE, la deroga alla normativa agli aiuti di Stato per consentirci di ridurre la bolletta del gas alle imprese lucane di circa il 30% utilizzando a favore delle imprese che operano sul territorio regionale la quota non impiegata di gas derivante dalle compensazioni che ammonta a circa 55 milioni di metri cubi a fronte di un fabbisogno annuale di circa 215 ml di mc. Questa importante azione consentirebbe al Governo regionale di avere argomenti validi per ottenere una interlocuzione (oggi completamente assente) con il management Stellantis. Centralità che, di fronte ad un siffatto gigante produttivo, non si conquista con le pacche sulle spalle e con le promesse di circostanza, ma mettendo sul tavolo della trattativa proposte concrete che possano contribuire alla soluzione delle diverse criticità.
Stellantis ed il suo indotto rappresentano un asset fondamentale per il futuro della Basilicata, in termini occupazionali, di prodotto interno lordo, di ricchezza, per le esportazioni. E’ un tema talmente decisivo che ci induce ad essere fortemente critici riguardo alle insufficienze mostrate fin qui dal Governo regionale, ma che impone anche alle opposizioni di essere al fianco dei lavoratori, di tutte le istituzioni di ogni livello e della stessa Confindustria Basilicata per scongiurare una crisi che rischia di travolgere la Basilicata. Auspichiamo un maggior coinvolgimento per poter offrire il nostro contributo convinti come siamo che o ci si salva tutti insieme oppure non si salverà nessuno.