“Bene l’interesse ritrovato della politica lucana sul settore dell’automotive”. È quanto afferma il segretario generale Fiom Cgil Basilicata Gaetano Ricotta, che ricorda come l’incontro in presenza fissato dall’azienda per il 15 aprile a Torino arrivi dopo entrambe le richieste da parte della Fiom Cgil e delle altre organizzazioni sindacali.
“La decisione aziendale di aprire un tavolo con tutte le organizzazioni sindacali sarà utile ad affrontare le preoccupazioni espresse dalle lavoratrici e dai lavoratori nelle assemblee molto partecipate che la Fiom sta svolgendo in queste settimane in tutti gli stabilimenti, a partire da quelle svolte nel polo torinese fino a quelle tenute ieri a Melfi”, dichiara Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive.
Per il sindacalista “Stellantis sta già operando unilateralmente una riduzione dei costi che sta determinando cambiamenti sulla condizione di lavoro ed effetti sui lavoratori dei servizi. Ma il problema principale è l’aumento delle giornate di cassa integrazione, non solo per l’andamento sul mercato dell’auto in Europa, ma anche per l’assenza di modelli ad alimentazione ecosostenibile frutto della mancanza di investimenti del piano in corso”.
La Fiom, quindi, “ritiene l’incontro fissato il 15 aprile fondamentale a comprendere se la fusione tra Fca e Psa determinerà per il nostro Paese un’occasione per mettere a valore la capacità di progettare e produrre mobilità dei metalmeccanici, oppure no”. Per la Fiom “è necessaria la rigenerazione degli stabilimenti per la transizione industriale a partire dai siti di motori diesel e di assemblaggio. Un piano di tutela occupazionale e industriale è l’obiettivo che unitariamente è necessario perseguire per il nostro Paese alla luce delle risorse europee di investimento del Recovery”.
“Il silenzio e la mancanza di ascolto del Governo sull’impatto sociale ed economico della crisi nell’industria della mobilità è una scelta incomprensibile. Per questo saremo domani al Mise per ottenere l’impegno ad avviare un tavolo nazionale sull’automotive, perché sono le lavoratrici ed i lavoratori della mobilità nel nostro Paese ad essere interessati dal rischio occupazionale“, conclude De Palma.