Stellantis e indotto, Fiom Cgil: “La situazione è critica. I lavoratori sono ancora a casa o con contratti di solidarietà,
1200 sono in trasferta forzata, mentre vengono annunciati esuberi nella logistica”. Di seguito la nota integrale.
“Per i lavoratori Stellantis e dell’indotto di Melfi non è ancora possibile avere informazioni sul rientro dalle ferie. I lavoratori sono ancora a casa o con contratti di solidarietà, 1200 sono in trasferta forzata, mentre vengono annunciati esuberi nella logistica. La situazione è molto critica”. è quanto denuncia la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita.
“Facciamo chiarezza – continua Calamita – La causa della riduzione occupazione nel settore auto è delle imprese, del ritardo su investimenti e produzione elettrica, insieme alla mancanza di una politica industriale che dia un orientamento e che governi una fase importante creando nuove opportunità. Le imprese continuano con la loro attività di recupero efficienza e riduzione dei costi, nella continua ricerca di aumentare i loro profitti. La produzione di auto di lusso risponde esclusivamente agli interessi delle imprese. I produttori automobilistici traggono maggiori profitti dalle auto di lusso e anche se il segmento delle auto piccole crea maggiori volumi produttivi, la maggior parte del fatturato delle utilitarie vendute in Europa è generato in Cina, perdendo così la possibilità di partecipare alla competizione con un impatto sull’occupazione, vista l’importanza dei volumi produttivi. L’incapacità di aumentare la fornitura di veicoli elettrici in Europa e nel nostro Paese potrebbe portare i produttori stranieri a offrire modelli convenienti, recuperando una quota del mercato auto europea.
La transizione energetica e tecnologica non solo è quindi necessaria per ridurre i disastri ambientali ma anche per competere e garantire la tenuta produttiva e occupazionale nel nostro Paese. Invece assistiamo a una crisi industriale in cui i lavoratori, pur non essendone responsabili, ne stanno subendo gli effetti, per responsabilità delle imprese”.
Per questi motivi “la Fiom Cgil – prosegue Calamita – ritiene necessario aprire un confronto con il sistema delle imprese, Stellantis, il governo nazionale e regionale perché la propaganda abbia fine e si concretizzi un vero accordo che metta al centro diritti, dignità, garanzie occupazionali e prospettive produttive. La Fiom Cgil non ha firmato e non firmerà accordi che peggiorano le condizioni di lavoro e di salario, con nessuna prospettiva sull’occupazione. In questa fase stiamo assistendo alla realizzazione di accordi separati che nulla hanno a che fare con la tutela dei diritti dei lavoratori, concedendo ulteriori flessibilità a Stellantis come è avvenuto nel passato, peggiorando le condizioni di lavoro. L’accordo di Pomigliano che la Fiom non ha firmato vede aumentare l’orario di lavoro eliminando la mezz’ora di mensa che diventa lavorativa. L’accordo di luglio a Melfi concede ulteriori licenziamenti con incentivi all’esodo e ulteriori trasferte senza alcun impegno sull’occupazione. È chiaro che di conseguenza anche la situazione dell’indotto è a rischio, in quanto la riduzione dei volumi produttivi ha un impatto sull’occupazione dell’indotto Stellantis: le lavorazioni della logistica stanno saltando e tutto tace.
Come Fiom – conclude Calamita – invita pertanto tutti i lavoratori, i cittadini, le forze politiche e i sindaci a reagire e a partecipare alle iniziative sindacali anche di lotta necessarie per modificare una situazione che continua a peggiorare se non si interviene subito. Il mese di settembre continueremo con la raccolta firme per chiedere un tavolo alla Regione Basilicata perché si possa fare un accordo che garantisca i lavoratori e tutti i cittadini lucani”.