La Fim Cisl guarda con cautela ai segnali di ripresa per lo stabilimento Stellantis di San Nicola Melfi prospettati oggi dalla direzione aziendale in un incontro con le organizzazioni sindacali nel corso del quale si è entrati nel dettaglio della futura organizzazione del lavoro. Dopo il passaggio dai 15 ai 17 turni annunciato nei giorni scorsi, l’azienda ha anticipato ai sindacati la volontà di passare ad un’organizzazione articolata in 20 turni con 4 squadre a partire dal 28 febbraio. Fonti sindacali riferiscono che l’azienda prevede di produrre 24 mila vetture a febbraio e 30 mila a marzo, target che consentirebbero di riassorbire l’attuale esubero dal 1° marzo con il conseguente stop al contratto di solidarietà. La direzione aziendale ha comunicato infine che sarà trovata una giusta turnazione per i bi-turnisti e per la manutenzione. “La prudenza per noi è d’obbligo”, ha spiegato il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista, motivandola con l’incertezza che ancora aleggia sulle catene di fornitura, in particolare di microchip, che potrebbe determinare in futuro nuovi rallentamenti alla produzione e uno slittamento della ripresa.
Per il sindacalista “la riorganizzazione annunciata dalla direzione aziendale risponde più alla necessità di riallineare i volumi produttivi al mercato dopo i problemi di questi mesi. La notizia del ritorno ai 20 turni con 4 squadre è un segnale positivo purché dia garanzie e prospettive al percorso industriale di Melfi, sia produttivo che occupazionale. Abbiamo evidenziato che in queste dinamiche i lavoratori sono i primi a subire i vari cambiamenti, perciò l’azienda si deve fare carico delle eventuali fermate produttive garantendo il salario a tutti, come previsto dal contratto. La Fim è pronta a supportare Stellantis in questo percorso con spirito partecipativo e senso di responsabilità, ma vigilerà affinché non si faccia come nel gioco dell’oca”.
Il nodo per la Fim Cisl resta quello della dipendenza dei costruttori automobilistici dai mercati asiatici per quanto riguarda l’approvvigionamento di semiconduttori e altri componenti elettronici. Pertanto, secondo Evangelista “bene ha fatto la settimana scorsa la Commissione Europea ad annunciare il Chip Act, il piano per rafforzare la capacità di produzione dei microchip in Europa, rimuovendo anche gli attuali ostacoli agli aiuti di Stato per la costruzione di fabbriche nell’Unione Europea. Ci auguriamo che il governo italiano voglia emulare lo scatto di reni europeo e iniziare a ragionare sul futuro del settore automotive nel nostro paese, senza avvitamenti ideologici che rischiano di produrre solo danni al lavoro e alle produzioni nazionali. Il passaggio dal motore tradizionale all’elettrico sta avvenendo ad una velocità eccessiva, e questo rischia nel breve e medio periodo di congelare il mercato perché i prezzi di questa nuova tecnologia sono ancora troppo alti, specie per le famiglie a basso reddito. La politica non può continuare a navigare a vista. La transizione ecologica va seguita e governata con una strategia di lungo periodo a garanzia dei livelli in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis”, ha ammonito il sindacalista che è tornato a sollecitare anche un maggiore impegno delle istituzioni locali su trasporti e sicurezza.