“La Basilicata non è una regione per giovani. Questo potrebbe essere il cartello di ingresso nella nostra regione, qualora volessimo “stonare” il titolo di un noto film. I dati elaborati dalla Cgia di Mestre, ci indicano un mezzogiorno in affanno che, purtroppo, è destinato a passare da area più giovane a quella più vecchia e meno popolata. Dati, drammatici, che non risparmiano la Basilicata.
Per questo è doveroso continuare a porre l’attenzione sulla situazione dell’Automotive nella nostra regione.
Le uscite volontarie gravano, pesantemente, in un territorio che ha più pensionati che lavoratori, che subisce uno spopolamento costante oltre ad essere il territorio con il più alto disallineamento tra evoluzione tecnologica ed evoluzione sociale.
Si sono persi, nel comparto, circa 10 mila posti di lavoro (1600 in Basilicata), quasi tutti gli stabilimenti del gruppo Stellantis hanno richieste di cassa integrazione e una produzione ai minimi storici.
Drammatica è la situazione di Melfi e Mirafiori dove la produzione è più che dimezzata.
E’ necessario, chiedere, con forza, chiarezza sul futuro e sulla centralità del nostro paese e ovviamente dello stabilimento lucano dove sono a rischio migliaia di posti di lavoro. Tra questi ci sono i lavoratori dell’indotto e della logistica, anello debole di questa, triste, storia industriale.
Ha ragione il Ministro Urso a dire che il governo ha fatto la sua parte e che da Stellantis devono arrivare risposte e fatti.
Il tempo del silenzio è terminato, per questo concordo con la linea del Ministro Urso e il leader di Azione Calenda a pressare Stellantis e la famiglia Elkann.
E’ doveroso nei confronti dei lavoratori che da un lato subiscono una costante diminuzione del salario e dell’altro vedono lo “stipendio” di Tavares superare i 3 ml al mese.
Ci rammarica dover affermare che quella che doveva essere una fusione è diventata la vendita di un asset fondamentale per l’Italia ai francesi.”