Stellantis, Usb: “Dopo 30 anni dalla sua nascita stabilimento Melfi viene ufficialmente ridimensionato”. Di seguito la nota integrale.
Lo avevamo scritto tre mesi fa su segnalazione di molti operai, in seguito lo abbiamo detto nelle assemblee, in tutto questo tempo lo abbiamo sempre denunciato.
Oggi, difronte al drammatico presente, escono allo scoperto anche azienda e sindacati filopadronali, pur barricati dietro false promesse di un futuro migliore.
Smonteranno una delle due linee produttive a Melfi, ci saranno esuberi strutturali, ben più dei 700 annunciati oggi, in tutta l’area industriale almeno tre volte tanto.
Una sola linea, per quanto maggiorata, non potrà mai produrre 400 mila vetture all’anno, Melfi viene pesantemente ridimensionata.
Da settembre si tornerà ai 20 turni lavorativi a settimana, anzi 19 e mezzo ( poi ci spiegheranno cosa significa), pur ripristinando il lavoro a ciclo continuo non riusciranno a garantire la piena occupazione mensile per i restanti operai.
Negli spazi lasciati liberi dalla linea smantellata verranno realizzate nuove operazioni, tradotto significa internalizzazione di lavorazioni che solitamente vengono svolte nelle fabbriche esterne, con ulteriore perdita di commesse e lavoro per l’indotto.
Piano piano manderanno a casa gli operai, cercheranno di anticipare centinaia di pensionamenti, sempre che azienda e istituzioni lo permettano, altrimenti potrebbero esserci licenziamenti.
L’altra opzione, quella delle trasferte, sarà impossibile da realizzare, considerando che gli esuberi non ci sono soltanto a Melfi, nessuno può pensare seriamente che la Sevel, unico stabilimento ancora efficiente, possa ospitarli tutti.
Stellantis ha affermato che con il nuovo piano industriale a Melfi arriveranno addirittura quattro nuovi modelli, tutti elettrici, ovviamente non prima del 2024, forse…
Chiacchiere talmente prive di fondamento che la stessa azienda si è mantenuta larga con i tempi, forse spera che, come è accaduto con i precedenti piani industriali, con il passare degli anni dimenticheremo le dichiarazioni di oggi.
Intanto per i prossimi tre anni, minimo, gli operai di Melfi continueranno a lavorare pochissimo, su turnazioni peggiori, ammassati uno sull’altro su un’unica linea e con un salario sempre più da fame.
Alla fine, semmai ci sarà una fine positiva ( ne dubitiamo molto ), saranno esattamente dieci anni di cassa integrazione continua, questa è la realtà, il resto sono solo cazzate.
Come sempre i sindacati hanno elemosinato l’ennesimo finanziamento pubblico al governo per e a nome del padrone.
Lo avevamo detto ma per gli operai di Melfi non ce n’era bisogno perché lo sapevano benissimo.
Abbiamo provato a dare un segnale, anche con iniziative di lotta, che non fossero le solite inutili lamentele, purtroppo dobbiamo prendere atto che ancora oggi la maggior parte degli operai non riesce a liberarsi della sudditanza sindacale, speranzosi che gli stessi che per anni li hanno traditi e abbandonati adesso, miracolosamente, vengano in loro soccorso.
Non sarà così, anche oggi, a Roma e nei comunicati stampa a seguito del tavolo, hanno confermato di essere la stampella del padrone, continueranno a illudere gli operai con la promessa di un futuro migliore e a spegnere ogni focolaio di protesta, se gli operai glielo permetteranno ancora.