Lo studente materano Roberto Colucci e il Consigliere regionale dell’IDV Nicola Benedetto hanno inviato alla nostra redazione due note per commentare l’articolo pubblicato martedì 13 marzo 2012 dal Corriere della Sera dal titolo “Nella Basilicata del petrolio il pieno gratis ai cittadini” e invita la Regione Basilicata “a non fare la parte dello sceicco ma nemmeno dello straccione”. Riportiamo di seguito le note integrali e l’articolo di Lorenzo Salvia pubblicato sul Corriere della Sera.
Il commento dello studente materano Roberto Colucci
Sinceramente non sapevo di abitare in Lucania Saudita e pertanto non mi ero mai accorto dei sicuri vantaggi economici e sociali che nascere in Basilicata mi ha garantito. Tralasciando il sarcasmo l’ironia, non penso che siano in molti ad aver toccato con mano le fortunose situazioni che il giornalista Lorenzo Salvia ha descritto sul `Corriere della Sera´ a proposito della nostra terra e la sua analisi, che meraviglia ed al contempo ferisce i Lucani in genere, appare piuttosto limitata e fuorviante.
Forse perché, nella sua descrizione del “bonus carburanti”, simpatica card che tutti conosciamo, il giornalista scrive che da noi ci si salva dal caro benzina, poiché ci “regalano” 100 euro e 70 centesimi di benzina o gasolio l’anno, e che tale bonus deriva dalla “seccatura” di avere tra i boschi della Val d’Agri, pozzi e trivelle.
Innanzitutto qui da noi, in Basilicata, non ci si salva da nulla che riguardi l’economia del carburante, perchè paghiamo benzina e gasolio quanto le altre regioni, se non di più. Il problema grave è, però, che qui da noi non ci si salva dall´economia in generale. Nel senso che la nostra terra è da anni la prostituta ideale dello stivale eppure fino ad oggi tutto è taciuto, a causa dell´ignoranza, dell´incapacità e della corruzione della nostra classe dirigente che continua a condurci alla deriva per meri interessi personal-capitalistici. Noi Lucani siamo governati da gente che non ha mai messo al primo posto la nostra salute né tantomeno i nostri interessi. Ovvio, anche la popolazione stessa ha le sue colpe e di certo nessuno deve sentirsi escluso se l´attuale situazione politica, economica e sociale della Lucania lascia molto a desiderare.
Siamo una popolazione da sempre dedita all´agricoltura ed all´allevamento, discendiamo da famiglie umili che hanno basato la loro vita sul lavoro, trascurando troppo spesso la cultura e tutto ciò ha portato alla situazione, critica ed umiliante, che ho qui sopra descritto.
Tuttavia i giovani Lucani hanno, col tempo, preso coscienza delle ricchezze che il nostro territorio offre e che puntualmente il politicante di turno svende a poco prezzo per riempire le proprie tasche a danno di tutti. Perché, e questo il Salvia non lo scrive, quella di avere pozzi di petrolio in Val d´Agri non è solo una seccatura; anzi. Il petrolio causa danni ambientali non indifferenti e questi si ripercuotono sulla nostra salute in modo ingente. Non è una novità che la Basilicata sia passata da essere una regione sana e tranquilla ad ospitare una popolazione di malati di cancro, lontana da ogni calcolo statistico e probabilistico. Se il giornalista è interessato, o se qualcuno vuole continuare a dire che ci regalano 100 euro per questa “seccatura”, allora noi lucani saremo molto felici di scambiare la nostra vita con la loro. Se essi sono disposti a svendere la loro vita per cento euro l´anno come dice il signor Salvia (e ci tengo a precisare che questo bonus è SOLO il primo che vediamo..) allora noi saremo disposti ad ospitarli in Basilicata. Saremo anche pronti a regalare a loro i nostri tumori e consegneremo nelle loro mani una banconota verde, così, per ripagarli del gentil dono che ci fanno.
Personalmente non svenderei la mia vita per niente, né svenderei mai quella dei miei cari. Per me la vita non ha un prezzo e se dovessi dargliene uno di sicuro non sarebbe di cento, duecento o trecento euro l´anno. In altri paesi, dove si riconoscono i danni del petrolio, dove chi li subisce è pronto a combattere per avere giustizia, un neonato riceve già dei soldi, dal primo giorno di vita. Li riceve per la sfortuna di essere nato in un posto dove probabilmente, stando alle statistiche, si ammalerà. Invece noi lucani ereditiamo, alla nascita, il debito pubblico più elevato che si possa immaginare; perché oltre alla sfortuna di essere nati in Basilicata, siamo anche Italiani.
Con una piccola differenza rispetto a tutti gli altri italiani: chi nasce da noi dovrà andare fuori per studiare, poiché l´Unibas è un´università che offre ben poco ai giovani studenti. Poi, la Basilicata è famosa per la sua irraggiungibilità; arrivare da noi è un´impresa degna del miglior supereroe e nel resto d´Italia addirittura ci sbeffeggiano per questo. Insomma, una realtà un po´ alternativa, leggermente differente da quella che può apparire se non ci si vive… Se per voi tutto questo è ripagabile con cento euro l´anno, allora non vi consideriate uomini, poiché non lo siete, per niente. Non avete una dignità ed anzi siete pronti a farvi calpestare senza opporre alcuna resistenza.
Il fatto che il governatore De Filippo dica che il provvedimento è iniquo mi fa sobbalzare oltre che sorridere amaramente. Parla una persona che da anni è immersa in quel substrato di corrotti e malfattori che ci ha svenduto, che ci ha resi la meretrice dei petrolieri e dell´Italia; parla una persona che ha il potere dalla sua, ma che non riesce ad utilizzarlo, forse perché incapace o peggio ancora venduto al primo offerente. Aprano gli occhi tutti. I giornalisti non ci rappresentino come gli sceicchi d´Italia perché da noi i giovani vivono disoccupati e gli operai piangono miseria perché i nostri stipendi sono i più bassi e le nostre finanze, quelle dei semplici cittadini lucani, continuano ad essere discordi da quelle della casta che a livello regionale e nazionale non sente crisi ma anzi la indirizza alla povera gente.
Aprano gli occhi i lucani in generale e non siano imbelli in caso di dichiarazioni simili a quelle di Lorenzo Salvia; non siano imbelli neanche di fronte alla prepotenza ed alla prevaricazione di chi comanda, per il demerito o menefreghismo che abbiamo sempre mostrato in campagna elettorale. Ma soprattutto apra gli occhi chi governa una regione che è vista come volàno dell´economia italiana ma in cui tuttora persistono situazioni gravi.
Smettano tutti di dipingerci come un´isola felice perchè strappare un sorriso ad un lucano che parla di petrolio con cognizione di causa, è davvero impossibile.
Roberto Colucci, studente Materano.
La nota del Consigliere regionale dell’IDV Nicola Benedetto
“Credo che non ci sia prezzo per il sacrificio ambientale che il nostro territorio e le nostre popolazioni sono costrette a subire per il contributo della Basilicata ai fabbisogni energetici nazionali attraverso i propri pozzi di petrolio. E se è vero che il petrolio della val D’Agri è “un bene comune” dell’intera regione, al pari dell’acqua e di ogni altra risorsa naturale, tutti gli abitanti, indistintamente, devono poter conseguire vantaggi, non solo compensativi rispetto alla sostenibilità ambientale effettiva delle attività d’estrazione, ma anche in prospettiva futura come investimento in un percorso comune di sviluppo che abbia ricadute concrete, e quanto più ampie possibili, anche sul piano occupazionale”. Lo afferma il capogruppo IdV al Consiglio Regionale Nicola Benedetto facendo riferimento ad un articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera (“Nella Basilicata del petrolio il pieno gratis ai cittadini”).
“Leggere su un quotidiano nazionale, oggi, un ritratto semi-ironico della Lucania Saudita in cui vengono distribuite carte carburante di poco più di cento euro ai possessori di autovetture – fatto dalla connotazione altamente discriminante nei confronti di chi l’autovettura non ce l’ha – aggiunge – mi porta ad associare l’Eni al Marchese del Grillo, splendidamente interpretato da Alberto Sordi, quando dal balcone del suo palazzo lanciava monetine incandescenti ai suoi poveri sudditi o sudditi poveri, fa poca differenza, che fra un improperio e l’altro dovevano pure ringraziare.
Quanto accaduto nelle ultime ore con lo sversamento di una ingente quantità di petrolio in agro di Bernalda – dice ancora il capogruppo di IdV – testimonia che la questione petrolio non è circoscritta, va ben oltre le sedi dei pozzi di estrazione e interessa ampie fette di territorio regionale. I 140km dell’oleodotto sono anch’essi solo una parte di una questione che interessa l’ambiente nella sua interezza e che richiede sistemi di controllo, dalla rete, ai terreni all’aria, ben più puntuali di quelli posti in essere sino ad oggi. Anche con riguardo al petrolio dobbiamo cancellare la parola emergenza dal nostro vocabolario istituzionale. E ciò è possibile solo attraverso una attenta prevenzione dei rischi da parte di tutti gli attori coinvolti, perché più dei 100 milioni di royalties deve interessare la salute della gente di Basilicata e l’ambiente in cui vive. Soprattutto poi se si vuole chiudere la trattativa di una partita in cui ci sono interessi ben più cospicui delle tessere annuali da cento euro che, torno a dire, vengono date solo ad alcuni e non a tutti. Dobbiamo essere animati, a livello istituzionale, dalla consapevolezza di essere stati chiamati a rappresentare questo territorio, quindi con precise responsabilità sul suo futuro. Essendo la Basilicata detentrice di una risorsa energetica importantissima, dobbiamo essere noi al timone della nave e non obbedire agli ordini che vengono da sottocoperta. Se non riusciamo come Governo a fare meglio che incassare le royalties così come da accordi pregressi – continua Benedetto – che perlomeno parte di esse venga destinata a investimenti formativi sui nostri abitanti, una formazione specialistica indiscutibile che consenta loro di trovare occupazione nel settore dell’estrazione nella loro terra, ancora martoriata dall’emigrazione. Il settore ha ampi margini di sviluppo, anche in termini di filiera e sono convinto che attraverso un partenariato pubblico-privato ed una efficiente cabina di regia con l’Eni si possano trovare le soluzioni che tutti si attendono, in termini di crescita del Pil e di sostenibilità, non solo ambientale ma anche occupazionale. Al 2015, e cioè al raddoppio della produzione, dobbiamo arrivare già preparati, con risorse professionali capaci e di valore, in grado di entrare a far parte dei cicli produttivi. C’è una incongruenza di immagine che dobbiamo superare: la Regione non faccia la parte dello sceicco agli occhi del Paese, ma nemmeno dello straccione”.
Riportiamo di seguito l’articolo del Corriere della Sera di Lorenzo Salvia
I petrolieri pagano il pieno ai lucani
Un bonus di 100 euro in cambio di pozzi e trivelle in Val d’Agri
ROMA – Altro che il pieno al self service notturno, dove se va bene risparmi un paio d’euro. Altro che i distributori low cost dove la differenza si sente di più, ma c’è sempre la fila e sono pure fuori mano. Chi vuole salvarsi dal caro benzina dovrebbe trasferirsi a Potenza, a Matera, al limite a Maratea. Insomma in «Lucania Saudita».
Proprio in questi giorni gli abitanti della Basilicata hanno cominciato a utilizzare il bonus carburante, una specie di bancomat ricaricabile che regala 100 euro e 70 centesimi di benzina o gasolio l’anno. Basta essere residenti nella regione e avere la patente. Non ci sono differenze fra ricchi e poveri e nemmeno tra chi macina 40 mila chilometri l’anno e chi la macchina la lascia chiusa in garage. Il bonus è uguale per tutti. Ed è una specie di compensazione per la seccatura di avere tra i boschi della Val d’Agri, pozzi e trivelle che ogni giorno tirano fuori 80 mila barili di petrolio, quasi un decimo di quello che serve a far girare l’Italia intera.
Anzi non solo una seccatura visto che tre giorni fa c’è stata una fuoriuscita – con inevitabili polemiche sulla sicurezza degli impianti e i rischi ambientali – nell’oleodotto che porta quel petrolio da Viggiano a Taranto.
I primi pieni a costo zero sono di questi giorni anche se la storia comincia tre anni fa. Nel 2009 il decreto sviluppo del governo Berlusconi alza dal 7 al 10% le cosiddette royalties, i soldi che le compagnie pagano alla Regione come tassa sullo sfruttamento di un bene naturale. E stabilisce che quegli euro in più, circa 32 milioni l’anno, devono tornare ai cittadini sotto forma di sconti. A pagare sono le compagnie petrolifere, anche se le royalties italiane restano molto più basse rispetto a quelle chieste in altri Paesi, con il record della Norvegia (80%). A Natale sono state distribuite 220 mila carte benzina, su 270 mila persone che ne avevano diritto. Alla fine di febbraio le carte sono state attivate. E ora si è riaccesa la discussione. Il governatore Vito De Filippo (Pd), la card non l’ha chiesta e parla di scelta sbagliata: «Non si tiene conto delle differenze di reddito e si taglia fuori chi non ha la patente». Non solo: «Così disperdiamo dei soldi che potremmo usare per fare investimenti, creare infrastrutture e lavoro». A Potenza è nato anche un comitato che chiede di usare quei soldi per progetti di solidarietà. E probabilmente c’è questa protesta dietro quelle carte non richieste da chi aveva diritto. L’ideatore del bonus è Guido Viceconte, coordinatore del Pdl Basilicata, ex sottosegretario alle Infrastrutture: «Abbiamo riportato nelle tasche dei cittadini soldi che appartengono ai lucani e che prima si perdevano nei meandri delle amministrazioni. È un principio rivoluzionario».
E il fatto che non ci sia differenza tra ricchi e poveri? «Una polemica stupida. Il petrolio si estrae in Basilicata e i vantaggi vanno a chi vive qui: povero, ricco, di sinistra o di destra non fa differenza». Entro il 2015 dovrebbero entrare in funzione altri pozzi nella zona di Tempa Rossa, la produzione totale della regione dovrebbe raddoppiare. E visto che le royalties sono proporzionali al petrolio estratto anche la card dovrebbe aumentare il suo valore. Il passo successivo è già scritto: come titolava un giornale qualche anno fa, quando cominciarono le trivellazioni in Val d’Agri, «La Lucania nell’Opec».
Lorenzo Salvia
sottoscrivo in pieno quanto detto da roberto (bravo!!) nella lettera…purtroppo però qui gli indignati sono sempre di più ma la situazione non cambia…chi ha proposte CONCRETE che si faccia avanti…distinti saluti