E’ stato bocciato l’emendamento alla legge europea 2013 finalizzato ad innalzare la percentuale minima di frutta nei succhi e nelle bevande analcoliche.
“Rimaniamo interdetti per la decisione della Commissione Politiche dell’Ue della Camera di bocciare l’emendamento alla Legge europea 2013 finalizzato ad innalzare la percentuale minima di frutta nei succhi e bevande analcoliche dall’attuale 12% al 20%. Avevamo salutato con soddisfazione la volontà del Partito Democratico, il primo partito italiano, di opporsi all’allora Governo Letta e di approvare, in Commissione Agricoltura, una misura che era nell’interesse dei consumatori e dei produttori italiani, ma dobbiamo prendere atto che le più bieche lobby industriali sono riuscite ad avere il sopravvento sulla logica della salute e della qualità”. E’ quanto denuncia il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’evidenziare che la decisione del Parlamento “getta nella più assoluta prostrazione i produttori di frutta, soprattutto del meridione, e danneggia i consumatori italiani, in particolare i bambini che avrebbero diritto ad alimenti di qualità superiore”. Con l’aumento al 20 per cento del contenuto minimo di frutta nelle bevande analcoliche prodotte e commercializzate in Italia, duecento milioni di chili di arance all’anno in più sarebbero “bevute” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate. Per il Presidente della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto “L’Italia deve combattere la difesa degli esclusivi interessi perpetrato dalle grandi lobby industriali, è nell’interesse sia dei produttori agricoli che dei consumatori, tenuto conto anche del primato in Europa nella qualità e sanità degli alimenti. Innalzare la percentuale minima di frutta nei succhi e bevande analcoliche dall’attuale 12% al 20% avrebbe migliorato concretamente la qualità dei prodotti e avrebbe ridato fiato a tante aziende agricole in Italia ma anche nella nostra Regione, mentre le uniche ad aver vinto sono state le multinazionali dell’aranciata. Ora questa battaglia di verità e di trasparenza si sposta nelle aule parlamentari. La Coldiretti continuerà nel suo impegno di difesa degli interessi dei produttori e dei consumatori italiani cercando di rimuovere quella che è una vera ingiustizia”.
Mar 27