“Le misure da attuare al Sud sono molteplici e richiedono interventi straordinari che non si limitino agli investimenti, soprattutto quelli che prevedono bandi in cui a pesare come criterio di assegnazione vi è la capacità di spesa degli enti locali. Questo vale innanzitutto per l’istruzione, primo pilastro per il rilancio dei territori, ma anche per tutti gli altri servizi. E, come evidenziato di recente dallo Svimez durante l’audizione alla Camera, anche il Fondo di perequazione infrastrutturale da 4,6 miliardi rischia di non riequilibrare un bel nulla nello storico divario Nord-Sud. Vi è il serio rischio che, tradendo lo spirito e la lettera della Costituzione, riprenda slancio il percorso per l’autonomia differenziata senza che siano stati individuati preventivamente i deficit dei vari territori e senza che siano stati stabiliti i livelli essenziali delle prestazioni (LEP). Tutto questo, peraltro, si lega a doppio filo con le ben più ingenti risorse in arrivo con il PNRR e il Fondo complementare. Per questo esorto gli esponenti politici meridionali a fare fronte comune per vigilare e agire in favore di una autentica equità, e invito quanti di loro addebitano i ritardi del nostro Meridione a presunte tare ‘antropologiche’ come l”individualismo’ e lo ‘spirito anarcoide’ a non cadere nella stessa trappola della retorica nordista e a fare proprie le sacrosante rivendicazioni delle genti del Sud”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis commentando alcune dichiarazioni di stampa apparse oggi su diverse testate relative ai fondi per il Meridione e al ‘patto per il Sud’ lanciato dai presidenti Emiliano e Musumeci.