Summa (Cgil Basilicata): “Governo regionale immobile, crisi in tutti i settori. La Basilicata rischia una regressione sociale ed economica senza prospettive all’orizzonte”. Di seguito la nota integrale.
“In questo momento di grave crisi politica, sociale ed economica per la nostra regione, il governo regionale, per l’incapacità politica fin qui dimostrata, sta facendo scivolare la Basilicata in una pericolosa regressione sociale ed economica, senza alcuna prospettiva all’orizzonte. Anzi, peggio: quello che si prospetta è un ulteriore arretramento dello sviluppo di questo territorio”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“Dalla sanità alla transizione energetica, passando per il mancato potenziamento delle strutture pubbliche: settori strategici – afferma Summa – per il rilancio della Basilicata, che mancano di una prospettiva di sviluppo, in assenza di visione, strategia e programmazione. Di tutti i progetti fin qui sbandierati, ancora nulla si muove all’orizzonte. Come il progetto di sviluppo dei droni, per fare un esempio, presentato a luglio 2021 da Total come centro di eccellenza che avrebbe dovuto creare nuova occupazione. Ma si potrebbe fare l’elenco degli annunci a cui non hanno fatto seguito azioni concrete: il rilancio e la messa in sicurezza delle aree industriali mai avvenuti a causa della confusione di ruoli e competenze ancora da accertare tra la nuova società Apibas SpA e l’ex consorzio industriale in liquidazione; il risanamento di Acquedotto lucano che continua a far registrare perdite; la sanità, ormai al tracollo perché in una condizione di emergenza perenne aggravata anche dall’assenza di una direzione e da un assessorato che, incapace di garantirne il rafforzamento sul territorio, l’ha portata alla completa paralisi”.
Per Summa, di fronte a questa “evidente incapacità politica” bisogna prendere atto che “in questa regione non c’è un’idea di sviluppo. Dell’ultimo piano strategico, presentato circa un anno fa e non rispondente nemmeno alle effettive esigenze del territorio regionale, si sono ormai perse le tracce dopo gli iniziali annunci. Tra dieci anni la Basilicata, così come il resto dell’Europa – sottolinea il leader della Cgil lucana – dovrà uscire dal fossile e questo segnerà il futuro dello sviluppo della nostra regione. Una strada obbligata, visto il momento storico che viviamo e che consentirebbe di creare nuovi posti di lavoro, ma non risulta delineata una minima traccia di strategia che indichi la strada da percorrere per il futuro. La verità è che questo governo regionale pensa che la Basilicata dovrà restare legata la fossile per i prossimi 30 anni con tutte le conseguenze che ne conseguirebbero. Da tempo la Cgil ha lanciato la sfida della transizione ecologica quale condizione fondamentale dello sviluppo della Basilicata, chiedendo investimenti su politiche di decarbonizzazione, ricerca e trasferimento tecnologico, trasporto e stoccaggio per l’utilizzo delle risorse energetiche da fonti rinnovabili, con particolare riferimento al green idrogeno, al solare, all’eolico e all’idroelettrico al fine di costruire l’alternativa di sviluppo al post petrolio.
Rispetto alla crisi che attanaglia l’intero sistema paese – prosegue Summa – la nostra regione dispone di risorse finanziarie aggiuntive derivanti dalle compensazioni ambientali e dal gas che dovrebbero rappresentare una opportunità per contrastare gli effetti della recessione in corso. Ma il governo regionale, miope e sordo ai richiami di chi prova a lavorare per il bene del territorio, manca di una precisa visione sulla transizione energetica. E così, mentre altrove si punta sul potenziale impatto del settore energetico – è il caso dell’Emilia Romagna che ha destinato al suo Piano energetico 4.5 miliardi di euro – la Basilicata a oggi si è limitata a sbandierare l’accordo sul rinnovo delle concessioni, presentandolo come il più grande accordo, la panacea di tutte le crisi. Ma ad un’attenta analisi, così non è. Non c’è nulla di aggiuntivo o, meglio misurabile, nel reale sviluppo del territorio: 50 milioni in progetti non oil per fare cosa? E in quali settori? La sensazione, sempre più evidente, è che siamo di fronte alla più grande narrazione falsata, che non trova riscontri con la crescita della Basilicata e dell’occupazione. I
In tre anni di governo – accusa Summa – non sono state create nuove opportunità di lavoro, è mancato un piano straordinario assunzionale per rafforzare le strutture pubbliche territoriali, dai Comuni alla sanità fino alla stessa Regione, ormai anch’essa in una condizione di paralisi perché mancano dirigenti e funzionari. Per non parlare della grande occasione persa con la legge regionale sul gas, le cui effettive determinazioni a sostegno delle famiglie sono sempre più incerte sia per i profili di illegittimità sia per le chiare e confuse modalità attuative. Come Cgil abbiamo avanzato proposte a più riprese, ma siamo rimasti inascoltati perché più che al rilancio dell’istituzione si è pensato alla sua occupazione. Non si possono anteporre le poltrone e i giochi di palazzo agli interessi dei cittadini: il rischio è di ritrovarsi dinanzi a terremoti giudiziari, come l’ultimo, che vede coinvolta l’intera giunta, e rispetto al quale attendiamo fiduciosi anche noi che la magistratura faccia chiarezza.
Il tema – aggiunge Summa – era ed è quello dell’azione politica, della sua capacità di programmazione, dell’assenza di confronto, della incapacità di dare risposte ad una crisi economica profonda con l’aumento della povertà e delle disuguaglianze e con il reale rischio di perdita di migliaia di posti di lavoro. Per fare questo occorre impegno, fatica, ascolto e coesione. Non si possono governare le istituzioni senza la dovuta attenzione e motivazione. È necessario avanzare proposte ma anche saper ascoltare. All’inverso, il vuoto politico mette a rischio la tenuta sociale della Basilicata, contribuisce ad aumentarne la povertà, ad amplificare le conseguenze del caro-energia ed ad aggravare i livelli di disoccupazione e di disagio sociale.
Come Cgil – conclude il segretario della Cgil lucana – continueremo a mobilitarci sostenendo le nostre proposte per mettere in protezione il nostro sistema sociale e produttivo e difendere il lavoro, superare la precarietà e costruire opportunità lavorative investendo su legalità , sanità pubblica e welfare. Occorre non sprecare questa ultima grande occasione che abbiamo dinnanzi a noi, rappresentata dalla mole di risorse che la Basilicata dispone (Pnrr, royalties e nuova programmazione 2021 /2027) per costruire le condizioni di un modello di sviluppo sostenibile in cui garantire una prospettiva occupazionale per i giovani”.