“Sono 20 mila le famiglie che in Basilicata percepiscono il reddito di cittadinanza per un totale di circa 34 mila persone che, anche a settembre, hanno avuto un sostegno, per quanto minimo, che non li ha fatti sprofondare nell’indigenza. L’idea del governo Meloni di abolire l’unica misura strutturale esistente contro la povertà è una decisione classista e anti meridionale, soprattutto se pensata in un momento storico in cui l’inflazione è ai massimi storici da 40 anni, e il caro bollette e il caro vita mettono in grandissima difficoltà anche il ceto medio”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“Un accanimento dettato – prosegue – da un’idea storica della destra: chi è povero ne ha in qualche modo colpa. Una cattiveria sociale inaccettabile che, qualora praticata, nella nostra regione, porterebbe ad un aumento immediato del 10% delle persone in povertà assoluta. A luglio 2022 il rapporto annuale Istat sulla povertà attestava in 360.000 i cittadini lucani in povertà o a rischio di esclusione: se a questi aggiungiamo i 34 mila che beneficiano della misura, si comprende come ci sarebbe, con la soppressione del reddito di cittadinanza, una impennata immediata delle persone in condizione di disagio economico e sociale in Basilicata. Una responsabilità storica enorme per il governo nazionale e anche per quello regionale che dovrebbe, invece, fare anzitutto gli interessi dei propri cittadini e, dunque, difendere, se necessario anche contro la propria parte politica, la dignità dei lucani.
La vera ragione dell’abolizione del reddito di cittadinanza – sostiene Summa – è quella di consentire alle imprese di poter continuare a sfruttare i lavoratori con paghe da fame. Il reddito di cittadinanza oltre ad essere uno strumento fondamentale per contrastare la povertà è anche un strumento di contrasto allo sfruttamento dal lavoro non retribuito così come previsto dall’art 36 della costituzione. Il lavoro non c’è e sarà sempre di meno: più che tagliare le misure di protezione verso i poveri e chi non ha un lavoro, bisognerebbe tassare chi ha grandi ricchezze e patrimoni e mettere in atto un vero contrasto all’evasione fiscale. Invece si continuano a sostenere e premiare gli evasori e la corruzione a partire dal condono e dall’innalzamento del tetto al contante fino a 5 mila euro.
In una parola – conclude il segretario della Cgil Basilicata – questo è il governo degli sfruttatori e degli evasori. Un governo contro i poveri e il Sud. Noi contrastiamo con forza l’idea di punire i poveri: la povertà è una condizione drammatica, spesso multidimensionale, che non deriva solo dalla mancanza di lavoro ma anche da tantissimi altri fattori. Uno Stato civile ha il dovere di occuparsi delle persone che vivono in queste condizioni. Sottrarre il sostegno alle famiglie in povertà è inaccettabile e lo contrasteremo con ogni mezzo a nostra disposizione”.