Summa (Spi Cgil): “Cancellazione reddito di cittadinanza è un atto brutale, figlio di una cultura contro la povertà. Regione Basilicata utilizzi parte delle royalties per allargare la platea del reddito minimo di inserimento a tutte le persone a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza”. Di seguito la nota integrale.
“La manovra del governo Meloni toglie a circa 17mila lucani il reddito di cittadinanza. La sua cancellazione è un atto brutale, figlio di una cultura contro la povertà, come se la povertà fosse una colpa”. Lo afferma il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“Il reddito di cittadinanza – prosegue – in questi anni è stato utile a combattere la povertà, ridurre i divari tra le persone, restituire dignità alle persone che ne avevano bisogno. La Basilicata, che già conta circa 30.000 lucani in condizioni disperate, a causa della cancellazione del reddito di cittadinanza vedrà ampliare la platea delle persone in difficoltà. L’allarme sociale, esploso in questi giorni, è evidente e al tempo stesso preoccupante. La Basilicata, però, potrebbe tamponare questa emergenza. Nel 2014 la Regione per garantire un minimo di sostentamento ad inoccupati e disoccupati, ha introdotto, anche grazie ad una forte mobilitazione sindacale che portò a tale accordo, il reddito minimo di inserimento alimentato dalle risorse del 3% della ex carta carburante. Seguendo questa strada – conclude Summa – ora la Regione potrebbe usare parte delle risorse delle compensazioni ambientali per allargare la platea del reddito minimo di inserimento, indispensabile strumento di contrasto alla povertà, anche a tutte le persone a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza”.