“L’unico condizionamento della Coldiretti è rappresentato dalle esigenze delle imprese agricole non più in condizione di rimanere in attesa e non più disponibili ad ascoltare promesse che difficilmente – senza un netto cambio di passo – si trasformeranno in risultati”. E’ il messaggio lanciato dalla Coldiretti Basilicata, nel corso del primo “Summit dell’agricoltura lucana” che si è svolto questa mattina a Potenza. Un’iniziativa, la prima del genere in regione, che ha visto la partecipazione di tutti i responsabili della confederazione agricola lucana, ad ogni livello, oltre ai tanti iscritti. Un’occasione per fare il punto della situazione sulle tante problematicità, ma anche per lanciare proposte concrete. “La politica e le istituzioni in generale non possono compiacersi di fronte ad una percentuale di utilizzo della dotazione del PSR 2014-2020 ferma, in Basilicata, al 15,74% (al lordo delle risorse assegnate agli Enti locali) – ha spiegato il presidente della Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto- tante, troppe, sono state le proroghe dovute alla necessità di apportare rettifiche ai bandi, molti dei quali mancano ancora all’appello”. Quanto alle premialità destinate ali imprenditori agricoli, molteplici sono ancora le anomalie. “Dall’annualità 2016, le domande in anomalia e, quindi, non pagate, sono ancora troppe – ha spiegato Quarto – quelle correggibili riscontrate sui premi a superficie sono state in buona parte risolte sul fascicolo informatizzato grazie all’autonoma iniziativa dei Centri di Assistenza Agricola che hanno saputo trovare soluzioni utili a risolvere le anomalie legate a queste casistiche, laddove è stato possibile intervenire. Tutte le altre criticità sono state più volte segnalate dalla Coldiretti agli uffici regionali competenti, nel corso del 2017, ma per molte di queste non è stata ancora trovata una soluzione efficace. In merito alle cosiddette Pratiche Locali Tradizionali come Coldiretti chiediamo alla Regione di voler procedere celermente a comunicare ad Agea, con apposita delibera, gli aggiornamenti al fine di evitare i ritardi e le anomalie che si sono registrate nel 2016 e 2017, la cui soluzione è stata possibile solo grazie alla mobilitazione messa in atto dalla Coldiretti”. Nel corso del summit si è discusso, tra le altre cose, anche dei problemi legati alla fauna selvatica. “Ad oggi non è dato sapere quale sia l’andamento delle azioni previste dal piano di abbattimento selettivo e controllo della specie cinghiale per il periodo 2018/2020 – ha sottolineato il direttore regionale, Aldo Mattia – e neppure quali siano gli strumenti messi in campo dalla Regione per risolvere le problematiche connesse al ristoro dei danni causati dalla fauna selvatica, al di fuori e dentro le aree protette, alle produzioni agricole e al patrimonio zootecnico. La richiesta di istituire un Tavolo emergenziale per il monitoraggio dei risultati del Piano di controllo, non ha avuto alcun seguito. Il Bando relativo alla Sottomisura 4.4 del PSR non è stato ancora emanato. La proposta di legge n. 115/2016, recante “Misure straordinarie per contrastare l’emergenza cinghiali in Basilicata”, è passata più volte dalle Commissioni al Consiglio e viceversa, senza essere stata ancora discussa e approvata”. Nel corso dell’incontro si è discusso anche di ‘Regionalismo Differenziato’ . “Tra i temi oggetto del possibile ricorso al procedimento sul Regionalismo Differenziato, che darebbe alla Regione una maggiore autonomia legislativa e amministrativa su materie di interesse per i territori – ha precisato Mattia – non risultano al momento quelli di preminente interesse del settore agricolo nel suo essere trasversale e multifunzionale. Coldiretti invece ritiene che nel Documento sul Regionalismo Differenziato dovranno essere tenuti in debita considerazione temi quali l’economia montana (riconoscendo il ruolo di presidio ineludibile del territorio svolto dalle imprese agricole) e, in connessione con la materia dell’agricoltura sociale, i temi relativi alla definizione di un nuovo modello di welfare di prossimità al fine di sostenere la creazione di una rete di servizi sociali mediante la valorizzazione delle risorse agricole ed il riconoscimento del ruolo multifunzionale svolto dalle imprese agricole anche in questo campo”. Tante criticità che, per Coldiretti, potrebbero essere risolte “se la politica e le istituzioni cominciassero a dotarsi di nuovi strumenti legislativi e, soprattutto, di una organizzazione burocratica efficiente, efficace ed integrata tra i diversi settori economici – ha concluso il presidente Quarto – e ancor più rispettosa delle specificità territoriali e degli asset su cui una regione come la Basilicata può e deve puntare”.