Antonio Papaleo, già segretario generale Cisl Basilicata, ha inviato una nota che contiene una serie di riflessioni sullo sviluppo della Basilicata.
Una prima ed ineludibile presa di coscienza per riflettere in modo mirato sullo sviluppo del nostro Paese, lungo e disarticolato, è che senza il Mezzogiorno e il superamento delle sue ataviche debolezze non si va da nessuna parte; essendo la Basilicata una sorta di “ area cerniera” del Mezzogiorno Continentale bisognerebbe prenderne atto, approfittando delle risorse rivenienti dal PNRR, per elaborare un Progetto di Sviluppo mirato, assolutamente non monosettoriale, ne unidirezionale, semmai attraverso un idoneo Protocollo d’Intesa con le Regioni contermini (Puglia, Campania e Calabria che se fosse stata in essere ci avrebbe evitato questa ulteriore rapina di Acque del Sud SpA);Progetto capace di unire le strategie di sviluppo nazionale,ma che allo stesso tempo sappia corrispondere al processo di integrazione europea, ben sapendo che il “carro del Mezzogiorno” da sempre viaggia, purtroppo, ad una velocità molto più bassa; a tanto, ovviamente, potrebbero essere un buon viatico le cosidette zone ZES in via di decollo.
Mezzogiorno,quindi,frontiera d’Europa, non semplicemente in quanto approdo per le centinaia di migliaia di extra-comunitari in fuga dai loro territori martoriati, ma ponte ideale per terzo-mondisti e afro-asiatici in cerca di una nuova vita, come non molto lontano nel tempo succedeva per i nostri emigranti; anche per questo, occorrono politiche diverse e aperturistiche per l’accoglienza e l’integrazione, capaci di ridare slancio e opportunità al lento ma inesorabile degrado dovuto allo spopolamento a cui quotidianamente assistiamo senza batter ciglio o, peggio ancora,alzando muri ostili e razzistici.
Allora chiediamoci: quale sviluppo possiamo ipotizzare se mancano o sono insufficienti le risorse umane,se non esistono o sono fatiscienti le infrastrutture materiali e immateriali; di quest’ultime che dire del sistema creditizio, quello informatico e della stessa informazione;così come del sistema scolastico e formativo più in generale;di fatto, nel tempo siamo stati e continuiamo ad essere una sorta di “ sacca disfunzionale” per il risparmio, per i cervelli da formare e per la stessa forza lavoro.
Siamo per questo condannati? Tutt’altro: abbiamo risorse e intelligenze da impiegare; nello specifico:
-risorse naturali (territorio,ambiente,acqua,petrolio);
-risorse economiche (depositi bancari e postali);
-risorse umane (giovani scolarizzati,molti destinati ad emigrare).
Occorrerebbe l’elaborazione di un Progetto di sviluppo credibile e fattibile,non semplicemente industrialistico, in quanto uno sviluppo per essere tale va pensato assolutamente di tipo integrato.
Una prima ed inderogabile attenzione andrebbe rivolta alla rete dei nostri 131 Comuni, connettendoli fra loro ed in primis con i loro rispettivi Capoluoghi e le arterie di grande comunicazione, sia viarie che ferroviarie,oltre che aeree (quest’ultime un sogno: pista Mattei docet ); assistiamo, di contro,ad un vero e proprio disastro dal punto di vista trasportistico,come dimostrano i cantieri avviati, ormai da decenni, sulle nostre principali arterie stradali e che sempre più spesso sono causa di incidenti mortali; così come attenzione migliore bisognerebbe prestare al rilancio dei nostri piccoli e piccolissimi borghi,sempre più desertificati e che mancano finanche delle cure di assistenza sanitaria primaria (dal Medico di Famiglia,all’Infermiera di Comunità), tanto che in molti si lasciano letteralmente andare,abbandonandosi alla buona sorte;tutto ciò significa non semplicemente essere non curanti del patrimonio regionale di cui si dispone,ma non saper e voler “ valorizzare o saper vendere” le specificità e le ricchezze del proprio territorio,spesso neanche adeguatamente conosciuto.
Tanto premesso, se è vero che al primo posto bisogna mettere il “Bene Salute” con una Sanità che sappia essere rispondente ai bisogni dei Cittadini,specie i residenti sul disarticolato e abbandonato territorio,assistendoli e curandoli laddove risiedono,ripensando ed elaborando un mirato ed efficace Piano Sanitario Regionale (ivi comprese gli Osdpedali e le Case di Comunità che non diventino semplici e vuote strutture fisiche,oltre che ad una sempre più sollecita implementazione della Telemedicina),altrettanto urgente e necessario e riflettere e avviare un Piano per il Lavoro per dare dignità e visione di futuro,specie alle nuove generazioni, evitando la crescente “migrazione di cervelli”, con conseguente spopolamento.Un Lavoro stabile e duraturo possibile nei diversi ambiti, quali:
Servizi (socio sanitari e assistenziali,attraverso progetti mirati specie per gli anziani e l’handicap);
Turismo (ecologico per i Parchi, i laghi.i monti spesso innevati,le nostre meravigliose spiagge del Tirreno e dello Jonio ;religioso attraverso il culto dei santi locali,delle stupende Chiese ricche di storia e opere d’arte; termale con i bagni di Latronico e Rapolla;culturale con il dopo Matera Capitale Europea della Cultura, recuperando le antiche tracce delle diverse dominazioni da quella greca a quella federiciana e fino ai Borboni ed alla stagione dei Briganti;sportivo;etc.);
Pubbl. Amm.ne (servizi alla piccola e media impresa; lavorazione dei prodotti tipici della filiera agricola,compresi quelli del sottobosco e della zootecnia; assetto del territorio e attenzione verso una forestazione protettiva e produttiva);
Credito ( verso le famiglie per evitare o limitare lo spopolamento,per incentivare l’incremento demografico,per supportare gli anziani non autosufficienti che restano in famiglia,per aiutare i figli nello studio e per favorire le unioni matrimoniali);
Scuola/Formazione (adeguamento del Piano Scolastico per evitare soppressioni,rendere efficaci gli studi medi superiori con un diverso approccio al mercato del lavoro,rendere accessibile l’Università di Basilicata periferizzandola e renderla più appetibile specie la a Facoltà di Medicina attraverso l’istituzione di Istituti biochimici e biotecnologici);
Welfare (attraverso meno precarietà,meno sommerso,evitando l’esodo dei giovani scolarizzati con un Piano Giovani mirato alle opportunità riferite ai diversi comparti produttivi);
Sicurezza Pubblica (sia con riferimento all’ambiente che più in generale assicurando maggiore tranquillità al cittadino rispetto al crescene fenomeno della delinquenza comune e fors’anche organizzata.
In estrema sintesi è questo il tempo di non attardarsi ulteriormente sul “bla,bla,bla “ ma passare a fatti concreti,aprendo un serio e istituzionale Tavolo di Concertazione, semmai ricostituendo il CREL (Consiglio Regionale per l’Ecnomia e il Lavoro ) tavolo aperto a tutti i Segmenti Organizzati della società: dalle rappresentanze politiche, a quelle istituzionali,ai sindacati,all’associazionismo,all’imprenditoria,al sistema culturale e fino ai grandi gruppi e agli enti che operano nei settori trainanti dell’economia lucana: Eni e Total per il petrolio; Stellantis per l’industria; Ferrero, Orogel e Barilla per il settore agroalimentare; Acquedotto lucano per l’acqua e quant’altri.