Nicola Mastronardi, impiegato nell’azienda Tecnoparco Valbasento di Matera, in una nota fa il punto sulla situazione politica attuale e sulle questioni che attanagliano da tempo il sito industriale della Valbasento.
“Vorrei dire alle istituzioni lucane e soprattutto ai sindacati, i quali hanno il dovere morale di tutelare nel miglior modo possibile la nostra terra e i lavoratori, di affrontare con umiltà la questione ambientale, strettamente collegata, quando si parla della Valbasento, al concetto lavoro. Ognuno deve cercare di fare la propria parte: la politica deve mantenere alto il rispetto della nostra terra, anteponendo il benessere della comunità ai profitti, e il sindacato deve tutelare il lavoro, sempre affianco ai lavoratori, e non cercare di ottenere il massimo per il tornaconto personale. Purtroppo però quasi sempre ci siamo trovati davanti a Don Chisciotte della situazione, i quali non aspirano a niente se non a mettere in mostra le loro gesta di combattere contro i mulini a vento, ergendosi a paladini dell’ambiente dando in realtà scarsi se non assenti risultati di sostegno e difesa.
Affermo questo con assoluta convinzione e coscienza in quanto lavoro in Valbasento da oltre vent’anni e ho fatto il sindacalista per parecchio tempo. Ho visto aziende chiudere e uomini e padri di famiglia ritrovarsi per strada senza nessuna tutela. L’area industriale di Pisticci Scalo deve ritrovare forza e lustro, dobbiamo fare in modo di attirare i grandi imprenditori a fare nuovi investimenti e aiutare quelli medio-piccoli, in questo momento in forte affanno, a continuare a fare impresa e a dare un posto di lavoro sicuro. Ribadisco ancora e con forza il concetto di favorire e sostenere le filiere dell’Agricoltura e del Turismo, che possono solo che portare beneficio e visibilità alla Basilicata. La Regione, nella persona del Presidente Pittella con tutta la Giunta, deve continuare a portare avanti il lavoro, sfruttando nel senso positivo del termine le potenzialità di una terra generosa, suffragando iniziative e attività che portino benessere e spingano i giovani a non abbandonarla.
La fase politica che stiamo attraversando non è di certo rassicurante, dobbiamo però unirci in un obiettivo comune: il benessere della comunità.
Come potremmo affrontare una crisi occupazionale, ancora più forte di quella che stiamo vivendo se ci mettiamo a litigare tra di noi, facendo a gara ad accaparrarci il consenso civico prima e politico poi? Il populismo non fa bene al paese, soprattutto non fa bene combattere le battaglie sulle spalle degli altri, assicurandoci però di averle, le nostre, ben coperte.
Tra qualche mese andremo a rinnovare il Consiglio Regionale. Pensiamoci bene prima di metterci nelle mani di chi anela a cambiamenti memorabili, ma che non ha la benché minima idea di come si guidi una Regione”.