“In Basilicata le compagnie petrolifere si arricchiscono sfruttando il territorio e la comunità si impoverisce. La Regione ha impiegato le royalties che incassa ogni anno (€150 milioni nel 2014, €130 milioni nel 2015) solo ed esclusivamente per logiche clientelari, incurante nel tutelare l’ambiente, salute e livello occupazionale. Diciamo basta, per l’Ugl bisogna coniugare lo sviluppo con la sostenibilità, rendere il sistema energetico Lucano sempre più sostenibile ed integrato con le risorse naturali della regione. Le fonti rinnovabili rivestono un ruolo chiave per lo sviluppo sostenibile, con un contributo che e’ cresciuto fortemente negli ultimi anni e che si prevede si espanderà ancora più rapidamente in futuro”.
Lo hanno affermato il segretario generale dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Pino Giordano, segretario provinciale dell’Ugl di Matera a margine dell’incontro svoltosi a Potenza sul tema #svoltiamo Energia per la Basilicata.
Per i sindacalisti, “il partito-governo della Regione, in questa fase molto difficile in cui la crisi continua a far sentire i suoi effetti sulle famiglie lucane, non si è concentrato nel tentare di portare la Basilicata fuori dalla condizione di marginalità in cui appare costretta nonostante il territorio più volte ha sollecitato alla politica regionale. Solo grazie al Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza si è riusciti a scongiurare, per larga parte, con la iniziativa referendaria che ha visto capofila la nostra regione, gli effetti di una programmazione e di una legislazione che avrebbe avuto impatti rischiosi per la Basilicata. Ambiente e salute – proseguono Tancredi e Giordano – ad oggi non risultano essere stati il fulcro delle politiche pubbliche in Basilicata. Il presente e passato governo regionale, non ha avuto il coraggio di affrontare la difficile situazione dell’Arpab, ente che andava ‘rivoltato come un calzino’ che deve essere in grado di operare in stretto raccordo con l’Ispra e con Iss, per ridare fiducia e tranquillità ai lucani, credibilità al sistema dei controlli pubblici dell’ambiente ed affrontare emergenze ambientali (quelle determinate dalle attività estrattive innanzitutto) che per la loro complessità richiedono un approccio scientifico insieme alla mobilitazione delle migliori tecnologie e professionalità disponibili in ambito nazionale ed europeo. Ma basti pensare all’Arpab che, come scrive nel dossier il componente della commissione parlamentare d’inchiesta sugli ecoreati, il senatore Paolo Arrigoni, è del tutto inadeguata e che non opera controlli. Non hanno attrezzature manca la programmazione dei controlli ambientali e addirittura gli ultimi 3 direttori generali sono indagati. Ora purtroppo ai problemi ambientali e della salute si è aggiunto quello sociale legato al lungo periodo di cassa integrazione che vede coinvolti 354 dipendenti dell’ENI oltre a un migliaio di dipendenti delle imprese dell’indotto. Per l’Ugl se veramente si vuole cambiare rotta, si investa sullo sviluppo delle rinnovabili in Basilicata, così come nelle altre regioni: agli interventi orientati a sostenerne la loro diffusione sul territorio sia associata un’azione a supporto dello sviluppo tecnologico e delle capacità industriali locali. Creare posti di lavoro è la priorità che la Regione Basilicata deve attuare. Occasione di sviluppo imprenditoriale ed occupazionale che la governance lucana potrebbe avvicendare, è mettere in campo una strategia per la creazione di poli per l’energia alternativa. Proposta dell’Ugl é – proseguono i sindacalisti – sfruttare al meglio le energie solari ed eoliche che abbondano nel territorio regionale e non inquinano. Certo se tale suggerimento si percepisse in tutti i Comuni lucani, la Regione potrebbe incentivare imprese locali predisponendo piani formativi per ottenere personale altamente qualificato, specializzato, in grado di attuare progettazione e messa in opera degli impianti. Per fare tutto questo, l’Ugl proporrebbe di stipulare delle convenzioni con esperti avvalendosi della consulenza della FCA di Melfi e del Centro Enea della Trisaia di Rotondella. Loro infatti rappresentano importanti poli strategici industriali e di ricerca, potendo essi fornire quei supporti tecnico-operativi, validi per tali iniziative e potendo un punto di riferimento scientifico e tecnologico nel settore energetico, con particolare riguardo alle rinnovabili. La presenza Enea e FCA in Basilicata – concludono Giordano e Tancredi – con le loro attività di ricerca e di sviluppo tecnologico, possono stimolare le accelerazioni tecnologiche necessarie per cogliere le opportunità’ di crescita, interagendo con i soggetti che operano per lo sviluppo socio economico del territorio e mettendo a loro disposizione le proprie competenze ed esperienze consolidate nel tempo con ottimi e stimolanti obiettivi raggiunti”.