La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che lo caratterizzano, per le imprese del nostro territorio.
Le nostre città in riferimento ad una classifica dei comuni capoluoghi di provincia, dal meno al più virtuoso, in termini di scostamento % tra spesa storica e fabbisogno standard, evidenziano che il Comune di Potenza rientra tra i meno virtuosi con scostamento del 67,19% preceduto solo dal comune di Asti, mentre il Comune di Matera tra i più virtuosi, con uno scostamento tra spesa storica e fabbisogno standard del 5,70%
Dai dati raccolti dal portale Confcommercio www.osservatoriotasselocali.it si conferma la continua crescita della Tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti e i divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizionie nella stessa provincia.
L’elevata discrezionalità assicurata agli enti locali e la mancanza di linee guida sull’applicazione della TARI che hanno causato una profonda disomogeneità dei costi per il servizio di gestione dei rifiuti, con scostamenti enormi anche tra Comuni limitrofi.
Uno scostamento territoriale che si riflette anche nelle tariffe che ricadono sulle imprese del terziario. Da elaborazioni del portale Confcommercio www.osservatoriotasselocali.it, risulta che la situazione è ancor più critica e paradossale se si considera che tale disomogeneità si registra all’interno di Comuni appartenenti non solo alla stessa Regione ma alla stessa provincia e che, pertanto, hanno parametri riferibili a popolazione, tessuto imprenditoriale, densità abitativa e condizioni territoriali quantomeno similari.
I dati delle aliquote complessive (euro a metro quadro) aggregate per regione e attribuite alle diverse categorie economiche evidenziano come gli scostamenti più eclatanti rispetto alla media nazionale siano sempre quelli in negativo (vedi esempi di seguito), con picchi importanti per alcune categorie e alcune regioni.
In particolare per quanto attiene il territorio regionale, si evidenziano i maggiori scostamenti di costo Tari rispetto alla media nazionale, soprattutto per le attività di Cinematogra e teatri, Ospedali, Negozi particolari quali filatelia, tessuti, tappeti, cappelli, ombrelli, antiquariato, Banchi di mercato beni durevoli, Plurilicenze alimentari e/o miste, Banchi di mercato generi alimentari.
Analizzando il dato nel dettaglio dei due capoluoghi provinciali, emerge che per il comune di Potenza i maggiori scostamenti di costo Tari rispetto alla media nazionale si registrano per le attività di Cinematogra e teatri, Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta, rimessaggi vari e banchine, Esposizioni, autosaloni, esposizioni mobili, superfici espositive in genere, fiere, Case di cura e riposo, Ospedali, Negozi particolari quali filatelia, tessuti, tappeti, cappelli, ombrelli, antiquariato, Banchi di mercato beni durevoli, Attività artigianali tipo botteghe: parrucchieri, barbieri, estetisti, Mense, birrerie, hamburgherie, Plurilicenze alimentari e/o miste, Ipermercati di generi misti, Banchi di mercato generi alimentari.
Lo stesso dato in riferimento al Comune di Matera registra uno scostamento di costo rispetto alla media nazionale per Musei, biblioteche, scuole, associazioni di culto, Banche e istituti di credito, Carrozzerie, autofficine, ed elettrauto.
Con il pagamento della Tari non si sono andati a coprire solo i costi per migliorare la differenziata, ma anche le inefficienze e gli sprechi del sistema.
La variabilità delle tariffe sui territori e l’incremento tendenziale dei costi per il servizio di gestione dei rifiuti è determinato prioritariamente dall’ammontare, spesso eccessivo, dei piani finanziari dei Comuni.
L’aumento crescente dei costi di gestione dei rifiuti dimostra come nella tassazione continuino a permanere voci di costo improprie a copertura di inefficienze locali di gestione.
Il 62% dei Comuni capoluogo di provincia registra una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni (Fonte: www.opencivitas.it, sito promosso dal Dipartimento delle Finanze e dalla SOSE per determinare i fabbisogni standard delle varie amministrazioni locali) e anche il nostro territorio conferma il trend, infatti, nelle due province di Matera e Potenza si registra una spesa storica superiore al reale fabbisogno, nel dettaglio per il Comune di Potenza su una spesa storica di €16.902.212, si registra un fabbisogno di €10.055.864, e nel Comune di Matera su una spesa storica di €11.088.041, si registra un fabbisogno di €10.434.232.
Da un’analisi dei dati emerge, un quadro chiaro: la distribuzione dell’inefficienza è generalizzata, con una spesa mediamente superiore rispetto ai fabbisogni standard (il dato non tiene conto del livello quali-quantitativo offerto). I primi 5 comuni che spendono più del fabbisogno sono: Asti (77%), Potenza (67%), Venezia (67%), Brindisi (61%), Reggio Calabria (58%).
Le nostre città in riferimento ad una classifica dei comuni capoluoghi di provincia, dal meno al più virtuoso, in termini di scostamento % tra spesa storica e fabbisogno standard, evidenziano che il Comune di Potenza rientra tra i meno virtuosi con scostamento del 67% preceduto solo dal comune di Asti, mentre il Comune di Matera tra i più virtuosi, con uno scostamento tra spesa storica e fabbisogno standard del 5,70%
Dai dati emersi risulta evidente come sia urgente una profonda revisione dell’intero sistema capace di superare definitivamente la logica dei coefficienti presuntivi di produzione con un sistema che rispetti il principio europeo “chi inquina paga”, che tenga conto di specifiche esenzioni/agevolazioni per le attività stagionali e per le aree scoperte operative e che venga confermato il principio secondo il quale il tributo non è dovuto, né in parte fissa né in parte variabile, per i rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato a recupero. Sarà fondamentale, inoltre, introdurre misure che leghino in maniera sempre più vincolante la determinazione dei costi del servizio a parametri di efficienza ed a misure volte a garantire un’equa e oggettiva ripartizione tra la componente domestica e non domestica e tra parte fissa e variabile.
Lug 25