Si è tenuto nella giornata odierna l’incontro relativo al settore Automotive presso la Regione Basilicata, incontro fortemente voluto dalle Organizzazioni Sindacali.
“È stato un incontro importantissimo perché riteniamo che bisogna mettere in campo ogni azione utile affinché si rilanci lo stabilimento Stellantis e soprattutto il suo Indotto.
Ora, dobbiamo essere in grado, di nuovo, di mettere a riparo ciò che abbiamo costruito e quanto raggiunto soprattutto nel settore dell’indotto”. E’ quanto ha sostenuto il Segretario Regionale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli, riferendo la posizione della Uil, oggi in Regione al “Tavolo automotive”, un tavolo – ha detto – “particolarmente importante, perché credo che la vertenza Automotive in Basilicata sarà la madre di tutte le vertenze. La riunione – ha aggiunto – è coincisa con l’accordo siglato a Roma dal Presidente Bardi per il progetto idrogeno. Per l’area industriale di Melfi è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire, tenuto conto che il progetto riguarda impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili asserviti alla produzione di H2 verde, comprensivi di eventuali sistemi di accumulo; elettrolizzatori o altre tecnologie per la produzione e relativi ausiliari, necessari al processo produttivo; eventuali infrastrutture dedicate esclusivamente alla distribuzione , e impianti di stoccaggio. Per la competitività di Melfi è dunque un progetto strategico. Per quanto riguarda il presente, che vede Melfi come primo stabilimento italiano dopo l’accordo del 25 giugno 2021 per la produzione di quattro vetture elettriche, bisogna mettere a riparo anche il suo Indotto, pertanto diventa fondamentale in primis capire quali saranno i particolari da produrre per le future vetture elettriche ed allo stesso tempo legare i lavoratori alle attività in essere e soprattutto alle nuove attività che si creeranno.”
Per Tortorelli “avremo ripercussioni importanti sul comparto in quanto c’è un riposizionamento internazionale del settore automotive. La forzatura dell’Unione europea che guarda al 2030-2035 con il 70% di vetture elettriche, ma con il rischio che si passi al 100% del full elettric avrà degli effetti sulle decisioni dei grandi player; che cosa decideranno di fare? Alle scelte politiche seguiranno dunque delle inevitabili scelte economiche, anche traumatiche, riposizionando e lasciando a casa i lavoratori. L’Italia non è pronta oggi ad affrontare l’uragano che sta arrivando nel settore dell’automobile. Stiamo tentando, ma siamo in difficoltà. Il mercato di riferimento delle auto elettriche è un mercato al quale non tutti i cittadini possono accedere per gli alti costi. La scelta di produrre termico ed elettrico insieme è una scelta che ha dei costi industriali, che ha una struttura anche qui organizzativa, che va a incidere su tutto quello che è la filiera, la programmazione. Di qui l’esigenza di professionalizzare i lavoratori e ragionare dentro una logica della logistica dell’indotto: vale a dire le attività produttive devono seguire i lavoratori e tutelare tutta quella che è la rete delle competenze, dai servizi che ci sono in essere. La cassa integrazione ha penalizzato già i lavoratori di Melfi e del suo indotto. Non dobbiamo permettere che accada il peggio, bisogna tutelare i lavoratori, il loro posto di lavoro e la sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro. È necessario un patto coi lavoratori, conferendo loro una prospettiva di lavoro in cambio delle loro competenze. In questo modo garantiremo una prospettiva anche allo stabilimento e al futuro occupazionale della nostra regione. Questo possiamo farlo solo attraverso tavoli di confronto, affrontando il problema congiuntamente, stabilendo un metodo perché oggi ci è richiesto di mettere in campo scelte importanti per il futuro.”