Presso la sede di Confapi Matera l’assessore regionale alle Politiche di Sviluppo Roberto Cifarelli, accompagnato dal consulente tecnico Stefano Zoccali, ha tenuto un tavolo di concertazione con l’Associazione per condividere la proposta di Zona Economica Speciale quale area retro portuale del porto di Taranto.
Alla delegazione di Confapi Matera, guidata dal presidente Massimo De Salvo, l’assessore ha illustrato la proposta di piano strategico che la Regione Basilicata presenterà alla Regione Puglia entro il prossimo 15 febbraio.
In particolare, la Basilicata parteciperà alla ZES Jonica, la Zona Economica Speciale interregionale con la Puglia che farà capo al porto di Taranto potendo contare su un budget di 50 milioni di euro.
La proposta si basa sulla concessione di agevolazioni fiscali e sullo snellimento dei procedimenti amministrativi per le imprese che investiranno all’interno della ZES, che si stenderà per 1.061 ettari in Basilicata e 2000 in provincia di Taranto. Di questa estensione nella provincia di Matera sono state individuate le aree industriali della Valbasento (300 ha. a Ferrandina e 215 a Pisticci) e di Matera (100 ha. a La Martella e 100 a Jesce). In provincia di Potenza, invece, sono interessate le zone industriali di Galdo, Melfi e Tito.
La detassazione e lo snellimento burocratico della ZES si aggiungeranno poi alle agevolazioni sulle accise della costituenda Zona Franca Energetica e ai bandi regionali a valere su FSC e FESR, completando il pacchetto dell’offerta delle convenienze localizzative. Presso il Dipartimento Politiche di Sviluppo sarà istituito uno sportello unico per le imprese.
Al tavolo di concertazione Confapi Matera ha condiviso la proposta di individuazione delle aree della ZES chiedendo, tuttavia, di inserire anche le aree materane del Paip, dove abbondano i capannoni dismessi che potrebbero ospitare nuovi investimenti.
Per il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, a parte l’esclusione del Paip, per la provincia di Matera si tratta di un grosso risultato grazie all’inserimento di tutte le aree industriali attive, cioè Ferrandina, Pisticci, La Martella e Jesce. Le agevolazioni fiscali e lo snellimento burocratico sono potenzialmente in grado di attrarre nuovi investimenti, con interessanti prospettive anche in campo occupazionale.