Un osservatorio sulle politiche di welfare, animazione, aggregazione e attività solidaristiche a favore delle comunità delle aree rurali; la tutela e la valorizzazione della cultura popolare; favorire una rinnovata attenzione in particolare verso le giovani generazioni; un centro documentale e archivio storico – librario relativo alle attività del settore agricolo : sono alcuni degli obiettivi dell’Associazione “Basilicata Rurale”. Si tratta di una struttura senza scopi di lucro delle associazioni di persone operanti nel sistema Cia, quali: Anp (Associazione pensionati) Agia (Associazione giovani agricoltori); Donne in Campo (Associazione imprenditrici agricole) e di Ases (Associazione solidarietà e sviluppo sede di Basilicata).
Il tavolo operativo di Basilicata Rurale, che si è riunito ieri a Potenza, ha discusso il programma delle attività. Il 2017 – è stato sottolineato – rappresenta un anniversario importante per la CIA, i suoi primi 40 anni. Nata con il nome di Confederazione italiana coltivatori (CIC) (partendo dalla fusione di alcune organizzazioni già esistenti di rappresentanza del mondo agricolo: l’Alleanza contadini, la Federmezzadri e l’Unione Coltivatori Italiani) l’ organizzazione vanta un percorso storico-culturale di rilievo, con eventi e fatti interessanti anche in Basilicata. L’associazione Basilicata Rurale rappresenta in particolare per i giovani uno strumento capace di accompagnarci verso il mondo della rappresentanza e dell’impresa. Solo conoscendo il nostro passato – sottolinea RudyMarranchelli, presidente Agia – possiamo proiettarci verso il futuro. Oltre il ruolo culturale e di “memoria” storica è anche un serio strumento di animazione e aggregazione, capace di approfondire tematiche e svolgere attività di sostegno alle comunità rurali. Studiare quelle che sono le “nuove” agricolture, per proiettare i giovani verso un modello di Sviluppo Rurale moderno. Una vera “officina delle idee”, che vanta “maestri” di rilievo, protagonisti nella nostra regione. Nell’era dell’autoriforma dell’organizzazione (che punta sulla rappresentanza diretta degli agricoltori), strumenti come Basilicata Rurale sono essenziali per costruire dal basso una solida struttura di rappresentanza capace di leggere e interpretare l’evoluzione della società, i nuovi bisogni delle imprese e dei cittadini, contribuendo allo sviluppo economico, al benessere sociale ed alla tutela del territorio e dell’ambiente. Naturalmente la capacità deve essere anche quella di “aprirsi” al territorio, con seminari, tavoli di lavoro, pubblicazioni, studi ecc. ed è su questo che oggi si sta lavorando “a ritmi accelerati”, coscienti che il futuro della nostra regione può ripartire solo puntando su un’agricoltura che si apre a nuovi settori e nuovi soggetti.
Per Paolo Carbone della Cia “è necessario colmare una carenza nell’associazionismo socio-culturale che a parte qualche iniziativa sporadica non si è occupato in forma più organica e duratura dello studio dei vari aspetti della cultura contadina come di quegli aspetti riferiti alle condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni rurali che da noi rappresentano i due terzi dell’intera popolazione regionale. Noi continuiamo a sostenere che l’agricoltura lucana è bioresistente. Perché è capace di distinguersi, produrre artigianalmente e arrivare sul mercato globale; perché è capace di ridare valore ai prodotti della tradizione adeguandoli ai gusti moderni; perché un’idea di investimento privata può contagiare favorevolmente una piccola collettività; perché l’agricoltore con le sue conoscenze, date dalla convivenza continua con gli elementi della natura, è in grado di prevenire e tamponare con la sua opera quotidiana gli eventi climatici avversi; perché la nostra terra tanto bella quanto fragile, va tutelata innanzitutto con il presidio umano. Recuperare tra le giovani generazioni questi valori – conclude ha un significato ancora più importante per accrescere l’attaccamento alla terra di origine, non a caso terra”.
Ago 01