Tavolo Verde Puglia e Basilicata: Le caste, le ricorrenti crisi e le emergenze che colpiscono l’agricoltura lucana. Di seguito la nota integrale.
È noto che la Regione Basilicata più di altre Regioni subisce ricorrenti crisi: crisi del settore industriale ed automobilistico,prima con lo smantellamento dell’ industria della Val Basento degli anni ottanta, Enichem e Pozzi con tutte le conseguenze di ordine economico ed occupazionale; nel secondo decennio del 2000 inizia a manifestarsi la fragilità del settore automobilistico del Polo di Melfi, SATA prima Stellantis poi.Fenomeni che travolgono come logica conseguenza l’ intero indotto e vanno in fumo milioni di euro di fondi pubblici e attività private.
L’attività di estrazione di petrolio e gas maschera relativamente il calo del P.I.L regionale, ma nei fatti serve a poco a colmare le perdite degli altri settori poiché i profitti finiscono nelle mani delle Multinazionali mentre il diffuso inquinamento danneggia Ambiente uomini e cose:tuttavia serve ad attivare una vera e propria “casta ” politica affaristica che si insedia e si rafforza sullo sfasciume ambientale lucrando anche sulla salute umana: società pubbliche e private definite Ecologiche o presunte tali.Insomma un grande opportunità e grandi affari sulla pelle delle comunità e al tempo stesso per emungere finanziamenti pubblici. Un esempio per tutti la Tecno Park di Pisticci Scalo che serve a smaltire anche rifiuti di dubbia origine e provenienza.
Cio per dire che sulle ricorrenti crisi c’è una moltitudine che viene danneggiata e una casta o più caste che si arricchiscono e si rafforzano politicamente.
Diverse per certi versi sono le crisi che investono il settore agricolo ;anzitutto perché gli investimenti avvengono su una base “naturale” la terra influenzata da una serie di variabili indipendenti e da capitali prevalentemente privati, le cui perdite sono solo a carico dell’azienda privata sebbene su di essa insistono solo una minima parte di investimenti pubblici a carattere collettivo: opere collettive del Consorzio di bonifica i cui servizi vengono pagati vita natural durante dagli utenti :vedi diritto fisso 660 e il “servizio irriguo”.
I dati socio economici relativi al comparto agricolo evidenziano uno stato di Crisi che ha assunto nel corso degli anni carattere strutturale:progressiva perdita del potere d’acquisto degli operatori agricoli che si è ridotto nel giro degli ultimi due lustri di circa il 50 per cento; a causa dell’ andamento dei mercati, per l’ aumento dei costi di produzione e per quelle variabili indipendenti come le ricorrenti crisi idriche solo in parte dovute alla riduzione delle piogge:ma legate in primo luogo alla pessima e criminale gestione delle acque naturali da parte delle caste e della classe dirigente Nazionale.
Cio nonostante il livello occupazionale rispetto all’ultimo decennio non flette ,anzi tende ad aumentare tanto che nella sola Provincia di Matera si calcola che gli addetti si attestano fra i 25 e 30 mila anche nei periodi di emergenza idrica come quella che stiamo vivendo.
Questi dati ci segnalano come il settore agricolo lucano sia l’unico ad accollarsi le conseguenze negative della crisi strutturale e quelle delle emergenze.Cosi come è l’unico a non essere rappresentato a tutti i livelli perché debole sotto il profilo contrattuale a causa del rapporto subalterno che è costretto a vivere con le “caste e la classe politica dominante che ha ben addomesticato le tradizionali organizzazioni di categoria ;siano esse nel Consorzio di Bonifica sia all’ interno delle stanze del potere regionale e Nazionale.
Tante che non hanno mai sollevato il problema del rapporto fra investimenti pubblici e ricadute sulla produttività Agricola e sul paesaggio agrario anche quando si investivano miliardi per opere consortili inutili invece di garantire l’ uso delle acque .Si realizzavano opere irrigue sapendo che non sarebbero mai state utilizzate per l’irrigazione.
Sapevano però che quegli investimenti servivano solo a elevare il grado di imposizione sulla contribuenza Agricola.Invece di approntare piani di approvigionamenti idrici complementari utilizzando anche le falde freatiche ed artesiane pregavano per la pioggia come se il destino dei produttori agricoli fosse legato alla benevole volontà degli dei.
La conclusione è che le caste, l’inettitudine, e la indifferenza ancora una volta ci vogliono indurre a credere in fenomeni miracolistici piu che nella potenza delle scienze e della tecnologia al servizio delle collettività.
Per quanto concerne la proposta di Tavolo Verde Puglia e Basilicata è semplice:
la crisi e l’ emergenza idrica in agricoltura non si risolvono limitando il diritto all’ accesso delle acque restringendo superfici e consumi a danno dei produttori,ma attivando in tempi stretti tutte quelle iniziative atte a recuperare e utilizzare tutte le risorse idriche di cui dispone la Basilicata comprese quelle sotterranee.