L’allarme lanciato dalla Svimez – “la quota del Pnrr per il Sud (40%) è solo virtuale” – va preso sul serio. Pensiamo, ad esempio, ai 23, 3 miliardi di euro che il Ministero Infrastrutture, al 1,3 miliardi che il Ministero per il Sud e ai 654 milioni che il Ministero del Turismo destinano alle regioni meridionali. Non possiamo e dobbiamo consentire di perdere un solo euro. A sostenerlo è il Distretto Terre di Aristeo in una nota a firma dell’a.d. Saverio Lamiranda per il quale ciascuno, per propria responsabilità istituzionale e sociale, è chiamato a fare la sua parte evitando prima di tutto il “classico scaricabarile”. Noi come Rete di imprese aderenti al Distretto stiamo facendo fino in fondo la nostra parte insieme ai Comuni. Per questo, attraverso investimenti privati, abbiamo proposto un “progetto Pilota integrato” capace di coinvolgere i diversi segmenti produttivi e sociali necessari per conseguire l’obiettivo di spendere bene e in fretta le risorse assegnate sulla carta. Una filiera completa e capace di cointeressare tutti i segmenti pubblici e privati, produttivi e di servizio (agricoltura, enogastronomia, artigianato ecc.). Questo deve essere il primo obiettivo strategico di tutta la Regione insieme a tutte le comunità municipali coinvolte per promuovere il turismo rurale in modo integrato e sostenere la cooperazione fra soggetti pubblici e privati. La Regione – aggiunge – tanto più dopo la relazione della Svimez è chiamata a valorizzare tutte le esperienze ed iniziative come la nostra innanzitutto per superare i ritardi di programmazione. La Svimez segnala che in ben 15 su 28 procedure sinora attive, per un valore complessivo di oltre 3 miliardi, non è stata disposta nessuna modalità di salvaguardia della quota Mezzogiorno sulle risorse non assegnate per carenza di domande ammissibili. Ricordo che gli investimenti privati del Progetto Terre di Aristeo, per alcune centinaia di milioni di euro, finalizzati ad accrescere la ricettività nei borghi, che resta una priorità per incrementare l’attrazione turistica, trovano sintonia nella strategia perseguita dal Pnrr. Per questa ragione – dice ancora Lamiranda – condividiamo le conclusioni a cui pervengono dirigenti ed esperti Svimez: per raggiungere la quota del 40% diventa necessario prevedere meccanismi correttivi che compensino eventuali inefficienze nelle capacità progettuali e attuative delle Amministrazione meridionali, e favoriscano la partecipazione dei soggetti economici privati del Sud. È necessario altresì predisporre modalità di salvaguardia in caso di mancato assorbimento. Il tema è quello della declinazione a livello territoriale degli interventi nazionali di incentivazione da conseguire con una pluralità di strumenti come, ad esempio, maggiori aliquote di agevolazione per il Sud o criteri privilegiati di accesso agli interventi, soprattutto per quelle attività produttive e quegli ambiti tecnologici che presentano eccellenze nelle regioni meridionali. In definitiva, dalla Relazione arriva un forte monito al livello politico: il 40% è tutt’altro che un risultato acquisito, è un obiettivo che sarà possibile conseguire solo se saranno rimosse diverse criticità, avvalendosi di tutti gli strumenti di cui si è dotata la governance del PNRR, incluso il potere sostitutivo da parte dello Stato nei casi di palese inadeguatezza progettuale e realizzativa degli enti decentrati. E noi aggiungiamo attraversa un’oculata ed efficace sinergia di cooperazione pubblico-privata, con Regione, Comuni e Province. Intendiamo pertanto rafforzare la scelta del partenariato con il coinvolgimento attivo dei soggetti istituzionali ed imprenditoriali impegnati nel sistema turistico e in quello agroalimentare (e non solo) ci vede da tempo attivamente coinvolti”.