Riceviamo e pubblichiamo la nota del comitato Terre Joniche al termine della manifestazione promossa nella serata di sabato 30 luglio
Dopo la prova di sabato 30 luglio in cui erano previsti 13 trattori ed invece ne sono arrivati oltre 40 in tre ore il comitato Terre Joniche annuncia che
Patrizia, Ernesto, Adele a Marina di Ginosa hanno interrotto lo sciopero della fame.
“Ora, più forti di prima, si legge nella nota – il comitato Terre Joniche prepara la manifestazione unitaria e avviare le azioni sul territorio.
Anche se, con senso di responsabilità nei confronti dei cittadini, il Comitato Terre Joniche ha deciso di non scendere in strada domenica 31 luglio e di attendere fino a lunedì 1° agosto. Nella giornata di sabato 30 luglio Ernesto ha accusato una forte crisi nervosa ed era chiaro per tutti noi che proseguire oltre avrebbe significato mettere a serio rischio la loro salute oltre una soglia inaccettabile. Ernesto, Patrizia ed Adele hanno alla fine accettato le richieste del Comitato di interrompere lo sciopero della fame, sapendo che il loro sacrificio, insieme a quello fatto da Mimmo, Agostino e Maria a Serramarina che avvano interrotto il giorno prima, è stato un atto importante compiuto per tutti noi. Per i cittadini direttamente colpiti negli interessi e riuniti nel comitato e per tutto il territorio. Patrizia, nel messaggio che ha lasciato dopo aver terminato lo sciopero della fame scrive “Per noi questa scelta estrema è stata l’ ultima azione possibile perfar risuonare all’ esterno il nostro grido di dolore. ….. intorno a noi, a distanza di 5 mesi s’era creata una voragine di silenzio. E dal silenzio che siamo partiti…un silenzio che urla più forte di qualsiasi motto”. Quel silenzio si sta rompendo anche grazie a loro ed a quanti stanno condividendo le denunce, le richieste, gli obiettivi e le proposte del Comitato.
Ora, più forti del consenso di tanti cittadini, associazioni ed istituzioni,
serve rispondere tutti insieme, serve una risposta corale ed unitaria, serve
reagire per rivendicare la dignità dei cittadini lucani e pugliesi e di
quanti in tutt’Italia, colpiti da disastri ambientali, corrono il rischio
concreto di non avere più risposte dopo il regalo fattoci di un
provvedimento che cancella la solidarietà nazionale. Quello dei prossimi
giorni, in realtà, sarà un impegno maggiore per ottenere l’obiettivo che ci
siamo prefissi: la garanzia dell’emissione dell’ordinanza del presidente del
consiglio dei ministri dovuta dopo l’a dichiarazione di stato d’emergenza.
Nella conferenza stampa di ieri mattina a Taranto l’On.le Ludovico Vico ci
ha portato il testo della mozione unitaria approvata in palamento da tutti
(con il via libera del Governo). In quella mozione, importante, il Governo è
impegnato a cambiare il decreto milleproroghe per la parte che ci interessa.
Bene, è quello che chiediamo da tempo. Sappiamo che ci vorrà un tempo
tecnico perché ciò accada ma, adesso, non ci sono più ragioni per non fare
l’ordinanza. Si operi in regime di deroga, come tante altre volte è statao
fatto: se tutti sono d’accordo, il Governo intervenga immediatamente per
impedire che le aziende subiscano altri danni, le famiglie possano rientrare
nelle case, il territorio sia messo in sicurezza.
Per parte nostra, avremmo anche potuto decidere di proseguire con altri ed
altre a fare lo sciopero della fame ma abbiamo deciso di usare il nostro
tempo e le nostre energie per altro. Stiamo preparando la manifestazione
della prossima settimana mantenendo intantoi i presidi a Serramarina e
Marina di Ginosa. In queste ore sono in corso i contatti con i sindaci e le
associazioni per dare la risposta che serve se ancora non arrivano certezze
e per preparare la manifestazione unitaria decisa insieme nei giorni scorsi.
Un primo segnale è arrivato ieri sera con la prima passeggiata di trattori a
Serramarina. Contavamo su tredici trattori, ne sono arrivati oltre 40 e
molti altri sono pronti per i prossimi giorni.
L’assemblea di ieri sera ha deciso di non creare problemi nella giornata di domenica 31 kuglio ai tanti cittadini in viaggio sulle strade e sui treni. I cittadini non sono nostri nemici ma sanno che, se non abbiamo alternative e non ci saranno segnali, entro lunedì verrà assunta la decisione di scendere in strada non solo per passeggiare.