Confapi Matera ha accolto favorevolmente la proposta di delocalizzazione temporanea delle aziende distrutte dal sisma dell’Emilia Romagna nei capannoni delle aree industriali della provincia di Matera.
Non solo in Valbasento, infatti, ma anche nell’agglomerato industriale della Martella, dove la crisi produttiva è visibile in un patrimonio di capannoni pressoché vuoti o inutilizzati.
Con una nota indirizzata ai direttori delle API emiliano-romagnole, il direttore di Confapi Matera, Pasquale Latorre, nel confermare l’avvio di una raccolta di fondi per la ricostruzione delle aziende danneggiate dal sisma e rinnovare la disponibilità a fornire un supporto organizzativo alle imprese interessate, ha ripreso appunto la proposta lanciata da Nicola Savino, vice presidente della FICEI (Federazione italiana dei consorzi ed enti industriali).
Latorre, dunque, ha invitato i colleghi delle province colpite dal sisma a verificare in loco la reale fattibilità della proposta di delocalizzazione temporanea, cioè la disponibilità degli imprenditori e dei lavoratori interessati a trasferirsi, presupposto ineludibile per poter noi trasformare l’idea astratta in azione concreta.
In tal modo si garantirebbe la continuità delle produzioni interrotte e l’evasione delle commesse acquisite e si creerebbero anche le basi per una possibile sinergia tra territori.
Le aziende del florido comparto biomedicale di Mirandola, per esempio, rischiano di perdere le numerose commesse acquisite a vantaggio dei concorrenti francesi o di altri Paesi nostri concorrenti. La disponibilità del territorio materano potrebbe contribuire a limitare questi ed altri analoghi danni.