La proposta del Soprintendente Archeologia, Belle Arti, Paesaggio, Francesco Canestrini, di istituire una tassa di ingresso per Matera per regolare i flussi è fuori luogo e ci trova nettamente contrari. Lo afferma Piero Scutari, presidente del Centro Studi Turistici Thalia.
Matera – aggiunge – è lontana da avere flussi di dimensioni spropositate, come accade invece a Venezia e Firenze prese ad esempio dal Soprintendente e nelle quali, tra l’altro, gli stessi operatori turistici sono divisi sul ricorso al ticket di ingresso. Per noi la questione è invece cercare di trattenere i visitatori in modo da aumentare le percentuali di occupazione delle strutture ricettive. Le statistiche Apt confermano che il tasso medio di occupazione nelle strutture ricettive di Matera al 2017 è pari al 31,42% che sia pure leggermente migliorato rispetto al 2016 (29,25%) registra una permanenza media di appena 1,59 giornate che invece è peggiorata rispetto al 2016 (1,64). E insistiamo sul target “turismo di lusso” perché a Matera ci sono ben 12 alberghi tra 2 e 3 stelle e solo 2 alberghi a 5 stelle.
Il vero problema di cui la Soprintendenza di Basilicata dovrebbe occuparsi – continua Scutari – è quello della piena fruibilità dei siti, della qualità della manutenzione e gestione, e dei tanti siti che sono chiusi specie di domenica, o maltenuti.Si pensi solo alle tabelle obsolete e all’assenza di sistemi di informazioni nelle lingue più diffuse. Comprendiamo che la questione finanziaria è un fattore essenziale ma allo stato ci sono programmi di spesa che in passato non c’erano e che vanno attivati nella giusta direzione.
La priorità dunque non può essere quella indicata di regolare i flussi verso la Città Capitale Europea della Cultura 2019 che continua a registrare, purtroppo, ancora iniziative al di sotto della portata dell’evento e con scarso protagonismo degli operatori turistici.
Mag 24