Nel Pil (10 milioni 800 mia euro) come in quello pro-capite (18.740 euro) – segnala in maniera inequivocabile il Rapporto di Banca Italia sull’economia della Basilicata presentato nei giorni scorsi – il gap infrastrutturale è una “zavorra” non trascurabile con un peso che ha effetti diretti ed indotti sulle potenzialità di sviluppo. E’ stato, qualche tempo fa, l’Istituto Tagliacarne, su incarico di Unioncamere Basilicata, ad entrare nello specifico realizzando uno studio finalizzato a valutare il ruolo delle infrastrutture nello sviluppo economico della regione. Scontata l’insoddisfazione delle imprese per l’attuale dotazione infrastrutturale (il 36% delle imprese assegna un voto a 1 a 4 in una scala che va 1 a 10), i livelli di insoddisfazione più accentuata si segnalano dalle imprese più piccole (il 40% esprime un voto tra 1 a 4). Con riferimento ad imprese concorrenti localizzate in altre parti del Paese il 62% delle pmi lucane ritiene che il ritardo infrastrutturale penalizzi il sistema locale in modo determinante rispetto al Nord-Est e le reti di trasporto sono indicate come una priorità di intervento; la rete stradale lo è per circa il 94% delle aziende. Un altro dato anch’esso scontato: le imprese materane soffrono maggiormente della carenza infrastrutturale: solo il 4,5% delle aziende materane sembra infatti subire un impatto sostanzialmente nullo a fronte del 7,8% di quelle potentine. Lo studio dunque fotografa esattamente la situazione che registra una significativa impennata di risveglio di interesse in particolare per il collegamento ferroviario Matera-Ferrandina. A parte i toni polemici e di parte riferiti alle dichiarazioni del Premier Renzi sul “treno che non c’è” per collegare Matera, a distanza di tempo dall’ottimo studio commissionato all’Istituto Tagliacarne – a parere del Cs Thalia – si segnala un affievolimento di impegno su questi temi proprio da parte dell’Unioncamere che è anche sintomo piuttosto eloquente del continuo rinvio del processo di unificazione delle due Camere di Commercio, in attuazione di una normativa nazionale già applicata in gran parte del Paese con l’accorpamento di numerose Camere di Commercio provinciali e da noi in “standby” perché impantanato in dispute provinciali. L’affievolimento di impegno di Unioncamere è decisamente più marcato sulla questione aeroporto che invece vede in tutta Italia il sistema camerale direttamente coinvolto in progetti persino in alcuni casi di gestione delle strutture aeroportuali. Eppure per rimuovere la sottovalutazione basterebbero solo alcuni degli indicatori dell’impatto economico dell’entrata in funzione dell’unico aeroporto regionale Basilicata, l’Enrico Mattei di Pisticci, calcolati in uno studio del Centro Studi Turistici Thalia: un incremento del Pil pro-capite Basilicata tra il 2 e il 2,5% (solo nel primo anno di attività); un’occupazione diretta di una cinquantina di unità; un’occupazione indiretta (attività di servizi ed altro) di circa 150 unità; incremento della spesa turistica pro-viaggiatore tra il 5 e l’8%; aumento di insediamenti produttivi (piccole e medie aziende) dell’ordine di una dozzina (solo nel primo anno di attività) e di 150-180 nuovi posti di lavoro, a cui aggiungere il Centro di Formazione per figure professionali del settore aeronautico (Progetto Winfly) per un’occupazione stabile (laureati-esperti) di altre decine di unità. Gli esperti ed operatori avvertono: nonostante l’importanza economica di un aeroporto sia ampiamente riconosciuta, come rileva l’Unioncamere nazionale nel suo Rapporto 2014 sul sistema aeroportuale italiano, a volte risulta difficile valutarne con precisione tutti i benefici e poterne rendere partecipi le istituzioni e le comunità circostanti. Per tornare all’Enrico Mattei di Pisticci – affermano dal Centro Studi Thalia – ad esempio non è affatto facile stimare l’impatto dell’attività di voli cargo per il trasporto dei prodotti ortofrutticoli di qualità del Metapontino in primo luogo e del resto della regione. Non bisogna poi dimenticare che la presenza di un aeroporto e la sua accessibilità terrestre, sono sempre più criteri di selezione per le scelte localizzative di imprese, industriali e di servizi, soprattutto delle imprese multinazionali del terziario avanzato. Uno scalo può quindi svolgere un importante ruolo economico come polo di sviluppo per l’intera area interregionale (Pisticci è baricentrico con area occidentale della Puglia e Alto Jonico Cosentino, pe un totale di circa 2milioni di abitanti) nella quale questo è localizzato. Sono tutti fattori da non sottovalutare che – ricorda Unioncamere nazionale in primo luogo alle Camere di Matera e Potenza – hanno un peso diretto nell’analisi costi-benefici, da estendere ai territori pugliese e calabrese, senza limitarsi al servizio di trasporto alle imprese e alle persone, garantendo la possibilità di rapidi spostamenti. L’auspicio è che sul futuro dell’Enrico Mattei come sulla linea ferroviaria Matera-Ferrandina e sui numerosi progetti di viabilità, Unioncamere Basilicata “batta un colpo”.
Giu 17