Il ruolo tradizionale degli uffici informazione turistica – IAT – è in crisi.Il dibattito promosso dal prof. Giancarlo Dall’Ara, esperto in progetti di marketing turistico – il suo modello italiano di ospitalità, che si sostanzia principalmente nell’albergo diffuso messo a punto dopo le esperienze in Friuli e in Sardegna, è oggi una realtà internazionale– è utile a capirne le motivazioni e ad individuare le soluzioni. E’ il parere del Centro Studi Turistici Thalia ricordando che in Basilicata sono pochi gli IAT in attività, in particolare nei due capoluoghi, mentre si affidano compiti e funzioni di informazione turistica alle numerosissime Pro Loco. Pare che leistituzioni abbiano smesso di presidiare il settore dell’accoglienza ai turisti, e lo hanno lasciato ad altri soggetti (Consorzi, Pro Loco, Associazioni, Cooperative…).Molte addirittura hanno completamente abbandonato lo spazio dell’accoglienza turistica (preferendo la promozione sul web, considerata come investimento più di immagine e alternativo, anche se alternativo proprio non è). Accade così si assista alla corsa alle fiere turistiche, alla stampa di migliaia di brochures, ma si sottovaluti l’accoglienza “vera”. E nei territori non c’è alcun coordinamento, né tantomeno si fanno progetti di accoglienza. L’unica novità positiva è di aprile scorso: il Csr Marmo Melandro ha deciso con i 15 Comuni dell’area programma del Marmo Platano Melandro e le pro loco locali di istituire uno IAT territoriale e di avviare un nuovo percorso. Un’iniziativa – sottolinea il CS Thalia – che va nella giusta direzione specie se si vuole passare dai convegni sugli itineraricomprensoriali ai fatti.
Il modello di IAT “edicola che distribuisce depliant gratuiti” – dice il prof. Dall’Ara – francamente non ha più ragione di essere. Quello che sorprende è il fatto che Istituzioni, e spesso anche addetti agli IAT, assistano passivamente allo sfacelo dell’accoglienza turistica istituzionale, e che anche la cronaca di questi giorni conferma, senza proporre nuovi compiti e nuovi obiettivi per gli uffici informazione e accoglienza turistica. Insomma se il modello di IAT concepito nel secolo scorso è in crisi e ha perso di significato, non per questo non c’è bisogno di accoglienza ai turisti.Dunque per salvare l’accoglienza istituzionale, che resta necessaria – sottolinea l’esperto di turismo – non c’è che una strada: ripensarla completamente.
In Basilicata siamo fermi a regolamenti Apt e deliberazioni di Giunta Regionale del 2008 e 2009 che definiscono le funzioni attribuite agli IAT. Per attività d’informazione al turista si intendono tutte le funzioni destinate a fare conoscere i servizi turistici disponibili, le possibilità ricettive e di ospitalità, le iniziative culturali, sportive e ricreative e di tempo libero i circuiti enogastronomici, le attrattive locali e regionali, il sistema di mobilità ed ogni altra notizia che possa rendere soddisfacente la visita e la permanenza. Per attività di accoglienza del turista si intendono tutte le attività orientate a rendere concretamente fruibili le opportunità ricettive e di ospitalità ed i servizi turistici disponibili, comprese le attività di prenotazione e di biglietteria. I servizi di informazione, accoglienza ed assistenza turistica erogati sono finalizzati a soddisfare i bisogni degli utenti nel rispetto dei principi di cortesia, uguaglianza, imparzialità, continuità, partecipazione, efficienza ed efficacia, chiarezza e comprensibilità del linguaggio.
Ma al di là di enunciazioni di principi il ripensamento – sostengono al CS Thalia – è necessario anche da noi a cominciare dalla localizzazione e dal modello organizzativo: significativi gli esempi che vengono da Rimini co lo IAT bike e da Salerno con lo IAT mobile.
Il tema dell’accoglienza – sottolinea il prof. Dall’Ara – è un tema centrale per chi si occupa di turismo. C’è anzi chi sostiene che l’accoglienza sia l’essenza stessa dell’esperienza turistica. Resta il fatto che tradizionalmente, a questo tema in Italia si dedicano poca attenzione, poca progettualità e poche risorse.Siamo abituati a pensare che nelle problematiche turistiche sia la Promozione ad essere centrale. Eppure vi sono destinazioni che hanno turismo anche senza fare promozione, destinazioni cioè che sono state scoperte dai turisti, e che possono contare su flussi turistici senza averli promossi. Sarà forse una provocazione ma mi sembra che il turismo possa vivere senza promozione, ma non possa vivere senza Accoglienza.
Ago 22