L’approvazione di mercoledì 5 aprile da parte del Consiglio Regionale delle Marche della proposta di legge regionale «Interventi urgenti per assicurare la continuità del servizio di trasporto aereo nella Regione Marche» volta ad assicurare la piena operatività dello scalo aeroportuale di Ancona, con una manovra da oltre 21 milioni di euro, la più corposa di sempre per quanto riguarda la finanza regionale, dimostra che le Regioni possono investire sugli scali regionali o cosiddetti minori. A sottolinearlo è il Centro Studi Turistici Thalia per il quale dalle Marche viene un esempio tanto più importante perché – come ha commentato il Governatore Ceriscioli – ci sono tutte le condizioni per ottenere il disco verde dagli organismi Ue superando definitivamente l’ostacolo degli aiuti di Stato. Come è noto la Commissione Politica di coesione territoriale e bilancio dell’Ue (COTER) e il Comitato europeo delle Regioni (CdR) si sono espressi sulla salvaguardia dei cosiddetti aeroporti minori. Nel documento approvato dai due organismi europei si ribadisce l’esigenza di “sostegni alle zone servite in maniera insufficiente” con riferimenti per quanto riguarda l’ Italia agli scali regionali già esistenti in Abruzzo, Marche e Calabria e in regioni dove ancora non sono in funzione come la Basilicata. La battaglia negli organismi europei è finalizzata a stabilire le “fattispecie” di piccoli aeroporti sottratte al campo di applicazione delle norme sugli aiuti di Stato e ad affidare alle società di gestione i compiti che il pubblico non è in grado di assicurare.
Dalle Marche – commenta il Cs Thalia – un modo concreto da seguire per dare concretezza al progetto di sistema aeroportuale lucano (Pisticci più Pontecagnano più aviosuperficie di Grumento) secondo quanto prevede il nuovo PRT, dare efficacia alle parole dell’ex Premier Renzi (“senza aeroporti minori è declino territorio”) e alla convenzione siglato negli anni scorsi tra l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile e l’Enit – Agenzia nazionale del turismo- con 35 milioni di euro in un triennio per rilanciare nei circuiti internazionali gli aeroporti italiani minori. E se venissero meno gli aeroporti italiani cosiddetti minori – avvertono Unioncamere e Uniontrasporti – ci sarebbe uno spostamento di ricchezza dalle aree meno sviluppate a quelle più ricche, accentuando il divario economico e sociale già fortemente esistente nel nostro Paese.
L’impegno della Regione a favore del sistema aeroportuale lucano – conclude la nota – non può fermarsi all’investimento effettuato per il Salerno-Costa d’Amalfi con la sottoscrizione delle quote societarie e la compartecipazione di copertura del deficit di gestione – che hanno superato l’esame persino della Corte dei Conti – ed invece per Pisticci limitarsi al nuovo volo sperimentale di maggio, con qualche spicciolo di spesa, per portare i buyers esteri da Rimini in visita alle aziende agricole del Metapontino.Non si sottovaluti che con i voli lowcost il biglietto di un Pisticci-Roma o Pisticci-Milano sarebbe competitivo con quello del Frecciarossa e porterebbe più turisti ed operatori economici.