L’avvio dal primo ottobre dei tirocini formativi in attuazione del programma di Reddito minimo di inserimento deve segnare una svolta nelle politiche sociali della Regione attraverso un’azione strettamente collegata tra sostegno al reddito e contestuale attivazione di percorsi di inclusione sociale. Lo afferma il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza con l’auspicio che servano da lezione le esperienze del passato quando i corsi attivati dal precedente Programma Cittadinanza Solidale sono risultati utili solo a sostenere i “formatori” delle ex Agenzie provinciali di formazione, con un notevole dispendio di risorse finanziarie, sino a 24 milioni di euro per alcuni anni. Per quanti hanno la memoria corta – si legge nella nota – è il caso di ricordare che furono organizzati persino corsi per l’autoimprenditoria che hanno coinvolto over 50 con titolo di studio medio.
Per Potenza si tratta di definire uno strumento innovativo che promuova forma di cittadinanza attiva, la responsabilizzazione diretta dei beneficiari, favorisca il reinserimento sociale, valorizzi le competenze e i talenti di quei cittadini che si trovano in condizione di difficoltà a sostegno di quella fascia di popolazione particolarmente colpita dalla crisi occupazionale di questi ultimi anni e che faticano a trovare una ricollocazione nel mercato del lavoro. Gli interventi – aggiunge – vanno organizzati favorendo la costruzione di un sistema di rete per perseguire due macro obiettivi: promozione e realizzazione di azioni di sostegno al reddito, sostenendo sia attività formative che di inserimento lavorativo; promozione e realizzazione di sostegno all’inserimento sociale, attraverso progetti personalizzati educativi/riabilitativi e attivazione dei cittadini in attività di volontariato a favore della comunità, come forma di restituzione del sostegno economico ricevuto.
La Dc – si legge ancora nella nota – ripropone un Patto Aperto contro la Povertà a tutti soggetti sociali interessati, unendo le forze e percorrendo insieme un cammino finalizzato a promuovere l’introduzione di un Reddito d’Inclusione Sociale che abbia carattere universale nel nostro paese.
La proposta risponde all’esigenza di superare la distanza tra la scarsa attenzione che, da sempre, la politica regionale e nazionale dedica al problema e l’urgenza di mettere in campo adeguate azioni per contrastarlo. Nella concretezza delle risposte portate avanti a livello locale, tanti soggetti sono abituati ad unire gli sforzi e a realizzare insieme interventi contro l’esclusione sociale, in innumerevoli territori. Passando all’attività di sensibilizzazione svolta a livello nazionale, invece, il quadro cambia perché le numerose azioni effettivamente compiute vengono realizzate da singoli attori, soprattutto appartenenti al mondo cattolico, gli uni autonomamente rispetto agli altri. Fare della povertà una priorità della politica nazionale costituisce, oggi, una sfida insieme decisiva ed assai complessa : per vincerla è necessario un salto di qualità.
Set 17