A Roma incontro con i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico: Tito e Val Basento come aree di crisi industriale.
Berlinguer: non solo bonifiche ma anche reindustrializzazione e infrastrutturazione. I fondi ci sono, chiediamoli subito.
Roma, 20.4.2015. Oggi a Roma si é tenuto, presso il MATTM, un incontro tra i rappresentanti dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, l’assessore Berlinguer ed alcuni tecnici della Regione Basilicata. Argomento: i fondi dedicati alle aree di crisi. Fondi risalenti al decreto legge 83 del 22 giugno 2012 ed alle sue successive applicazioni.
Si é quindi parlato di un ventaglio di strumenti: dal credito di imposta per il ripristino ambientale, ai contratti di sviluppo, ai contratti di ricerca e innovazione, ai fondi relativi alla legge 181/1989, ad altre disponibilità finanziarie che é possibile attivare nelle aree caratterizzate da crisi industriali complesse, ove é necessario provvedere ad attività di riqualificazione ambientale, di reindustrializzazione, di infrastrutturazione.
“Non vedo perché le aree di Tito e della Val Basento, che abbisognano di simili interventi, non possano beneficiare di queste possibilità – ha detto l’assessore Berlinguer. Per questo siamo qui oggi. Non dobbiamo consentire che i fondi stanziati per queste necessità, a livello nazionale, vengano spesi solo dalle Regioni del centro-nord”.
I fondi previsti dal d.l. 83, infatti, dovrebbero essere allocati all’80% al sud, e solo al 20% al nord. Ma sino ad oggi solo le regioni centro-settentrionali si sono attivate, specie la Toscana, che ha avviato progetti molto rilevanti per Piombino, Livorno, Massa Carrara.
“Le opportunità sono molto rilevanti, per attrarre nuove produzioni o mantenere in vita quelle attuali in tutti i settori: dal manifatturiero al turismo, alla componentistica, alla logistica, all’impresa ambientale ecc. – ha aggiunto Berlinguer. L’art.27 del d.l. 83/2012 consente tutto ciò. E dobbiamo avvalercene alla svelta, inviando in tempi rapidissimi un progetto organico al Ministero.”
E’ infatti necessario che la Regione invii al Governo una richiesta di riconoscimento delle due aree lucane, salvo altro, come aree di crisi complesse. Quindi una delibera di Giunta regionale con allegata un’analisi delle aree ed un progetto di sviluppo complessivo che possa avvalersi dei fondi destinati alla reindustrializzazione, infrastrutturazione e ripristino ambientale. Una volta recepita l’istanza ed accordato il riconoscimento, il Ministero si avvarrebbe di Invitalia come braccio operativo per l’esecuzione degli interventi.
All’esito dell’incontro di oggi, molto proficuo perchè apre scenari inediti e straordinariamente interessanti, si é deciso di effettuare a breve una riunione istituzionale con tutti i soggetti interessati, in modo da programmare tutte le misure da adottare per giungere al più presto ad un programma condiviso, all’interno del quale potrebbe ricadere anche la complessa partita delle bonifiche in atto. In tale evenienza, sarebbero gli stessi Ministeri competenti direttamente responsabili del completamento dell’iter di ripristino ambientale, con conseguente ottimizzazione di costi e di tempi. E verrebbero messe a disposizione altre, aggiuntive risorse.
Berlinguer in libertà a sparare cazzate. Prenotasse quei soldi per il 2050, forse a quella epoca le bonifiche saranno pronte ed allora si potranno investire quelle risorse
è stato e mezzo al dipartimento un anno e mezzo e non ha capito che se l’area sulla quale si intende realizzare l’investimento non è bonificata non si fa una cicca