Il Rapporto della Fondazione Migrantes diffuso oggi ci riconsegna l’emergenza prioritaria da affrontare se vogliamo tenere in vita la Basilicata. Senza una strategia di sviluppo e occupazione, specie dei giovani, di recupero dei centri storici, di attrazione dei borghi rurali non sarà certo la ripartizione ai piccoli comuni lucani delle risorse del Fondo Unico per le Autonomie Locali (FUAL), decisa nelle ultime ore, ad arginare la fuga dalla Basilicata. Le previsioni demografiche dell’Istat per la Basilicata del 2050 sono allarmanti: la popolazione si ridurrà ad un terzo dei residenti della città di Milano. Non c’è più tempo da perdere e non abbiamo più tempo per leggere rapporti e previsioni demografiche. Dobbiamo parlare con quei giovani che fanno il biglietto di sola andata, costretti a scegliere tra aspirazioni e realtà occupazionali. Ogni anno oltre 3mila giovani abbandonano la Basilicata per motivi di studio o lavoro. Ragazze e ragazzi che davanti al loro cammino trovano ostacoli spesso insormontabili, fatti di precarietà di lavoro e di vita che li portano a vedere un futuro solamente andando via dalla loro regione. Meritano una dignità che troppo spesso gli viene tolta, costretti ad accettare condizioni vergognose. Dobbiamo sfatare il luogo comune che i giovani non vogliono lavorare, diamo loro, piuttosto, le giuste opportunità e una stabilità reale. Solo così potranno percorrere la strada della vita senza paura. E poi c’è da garantire qualità di vita e servizi per chi rimane. Abbiamo sempre ritenuto che solo una snella ed efficace gestione unitaria dei servizi principali dei Comuni può rendere possibile il miglioramento dei servizi ai cittadini e contestualmente consentire alle Amministrazioni Comunali di superare la nota carenza di risorse finanziarie sempre minori ed inadeguate a dare risposte alle comunità locali.
E’ questa la strada da percorrere in particolare per affrontare l’emergenza demografica segnata dallo spopolamento dei piccoli centri per non privare i cittadini residenti di servizi essenziali come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, l’istruzione, l’assistenza agli anziani e ai disabili, le attività sportive, culturali. Un esempio virtuoso viene dall’Unione Lucana del Lagonegrese che è andata anche oltre le funzioni amministrative ordinarie ponendosi obiettivi che riguardano programmi Ue e PNRR, attività della stazione unica appaltante, del SUAP, della digitalizzazione, che sono le sfide per i Comuni negli anni a venire.
Nel sistema delle Autonomie Locali c’è inoltre bisogno che la Giunta Regionale metta ordine ed adegui compiti e funzioni degli organismi di rappresentanza dei sindaci delle quattro Aree Interne individuate e contestualmente delle Province. Serve una riforma organica della governance dei territori. Ma serve in primo luogo uno scatto d’orgoglio, uscendo dall’attuale paralisi, per salvare la Basilicata.