“Non saranno gli sgravi contributivi previsti dal Decreto Coesione per categorie di lavoratori considerati svantaggiati, giovani e donne, in vigore dal primo settembre prossimo, e tanto meno la Zes unica per tutto il Sud a risolvere i problemi sempre più incancreniti del lavoro e dello sviluppo industriale in Basilicata e nel Mezzogiorno”. A sostenerlo è il segretario regionale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli aggiungendo che “la ripresa oltre che sul tema dell’Autonomia Differenziata e la prosecuzione della raccolta delle firme a sostegno del referendum, tra le priorità, avrà al centro il “buon lavoro” con la proposta del Piano del lavoro. All’interno del nostro documento “Un patto per il lavoro e per il rilancio dopo la crisi” abbiamo attualizzato le nostre proposte, presentate da tempo alla Giunta regionale, in rapporto all’enorme mole di risorse che in Basilicata arriveranno. Partiamo dall’attuale situazione: nel 2023, sono stati per l’82,8% i rapporti di lavoro precari. In Basilicata la media è superiore a quella nazionale di almeno 4-5 punti percentuali per circa 35 mila lavoratori. Di qui innanzitutto – afferma il segretario della Uil – l’urgenza di riportare i contratti temporanei all’eccezionalità e di combattere le altre forme anomale di ingresso nel mercato del lavoro, come i tirocini extracurriculari e le partite IVA fittizie. Parliamo soprattutto di ragazzi e ragazze che non possono costruirsi un futuro, di persone che faticano ad arrivare a fine mese, di un popolo di invisibili che non può comprarsi casa e guardare con fiducia a domani. Per questo la Uil ha lanciato la campagna “No ai lavoratori fantasma”, mirata a far emergere la condizione precaria di molti giovani lavoratori. Per il “buon lavoro” le soluzioni che noi indichiamo sono molto più complesse. Servono investimenti, infrastrutture, risposte di come diamo, a chi vive nelle regioni meridionali una possibilità in più. C’è bisogno di dare delle risposte subito, intervenire subito per cambiare una situazione di grande disagio che vivono i giovani – anche quest’autunno dopo il diploma verso gli atenei del centro-nord – e le donne della nostra regione”.
Secondo Tortorelli “per creare occupazione occorrono criteri di selettività, per indirizzare l’occupazione nella direzione dei settori strategici che sono coerenti con lo svolgimento, da parte del nostro paese, dei processi legati alla doppia transizione. Il governo piuttosto che continuare con misure spot, che parcellizzano ancor di più il tessuto produttivo del Mezzogiorno, dovrebbe mettere in campo azioni e risorse economiche dirette, da una parte, ad attrarre investimenti privati ad alto valore aggiunto nelle zone economiche speciali e, dall’altra, a sostenere i settori locali a maggiore produttività, unici asset in grado di creare occupazione di qualità. Purtroppo in attesa che il governo fornisca dati sull’andamento della spesa degli investimenti rivenienti dalla gran quantità di risorse messe a disposizione dall’Europa, continua a mancare una visione efficace di sviluppo per il Mezzogiorno. È poco probabile – afferma il segretario della Uil lucana – che le misure messe in campo dal governo, a forte carattere generalista e a termine, riescano a realizzare una politica industriale, che sia in grado di creare nel Sud occupazione di qualità. Un richiamo alla Giunta Regionale che non può certo conservare un atteggiamento da spettatore. Avevamo già messo in guardia il Presidente Bardi a rivendicare nell’ “operazione Zes unica del Sud” il coinvolgimento delle Regioni del Sud e delle parti sociali. E’ chiaro l’ accentramento deciso dal Governo per la gestione di uno strumento di politica industriale che in Basilicata, in tutti questi anni, non ha dato alcun risultato e che invece specie sulle questioni della logistica e dell’internazionalizzazione può dare un contributo significativo. D’ora in avanti diventa dunque fondamentale sedersi tutti intorno ad un tavolo per discutere di progetti, investimenti, sviluppo, opportunità nel nostro territorio. Inoltre, dando attuazione al Protocollo del Tavolo Sociale, per la UIL – conclude Tortorelli – è fondamentale costruire in ambito ZES, anche la rete di protezione necessaria alle centinaia di lavoratori coinvolti nelle crisi d’azienda che insistono nel nostro territorio”.