Tortorelli (Uil) e Lomio (Uilm Basilicata): “In Stellantis c’è chi crede nelle potenzialità di Melfi”. Di seguito la nota integrale.
Le parole di Cristian Maunier, presidente Jeep per il Gruppo Stellantis, entusiasta del grande lavoro fatto a Melfi e convinto della possibilità di costruirvi proprio il modello più venduto del marchio, la Compass, rilanciano lo stabilimento di Melfi in una fase particolarmente convulsa dovuta alle indiscrezioni circolate in questi ultimi giorni.
Cosa ha detto Meunier: “La Jeep è oramai un marchio italo-americano: credo molto in Melfi e lì faremo ancora molti investimenti, voglio dire grazie a ogni lavoratore dello stabilimento, ai dealer e a tutti quelli che ci stanno supportando”.
Sono valutazioni doppiamente rilevanti perché vengono dal manager Stellantis che sicuramente più degli altri conosce il marchio Jeep e fanno giustizia di altre valutazioni troppo generiche, sommarie e frettolose sul “costo eccessivo” delle fabbriche italiane del Gruppo. C’è di più. Per il futuro, la Jeep sta lavorando ad un processo di elettrificazione e di de-carbonizzazione, con l’arrivo di modelli full hybrid ed elettrici. Per Melfi si aprono dunque nuove potenzialità per la produzione di nuovi modelli. Del resto non si comprende perché Stellantis sottoscriva intese in Israele e Brasile per sviluppare e rafforzare la cooperazione nel nome dell’innovazione tecnologica all’estero e non si possa fare lo stesso in Italia e a Melfi.
Gli occhi sono adesso puntati sull’incontro convocato da Stellantis per il 15 aprile prossimo. Confidiamo che quell’incontro possa rappresentare l’occasione per un vero chiarimento sulle azioni intraprese da parte del nuovo management nei siti italiani, a partire da quello di Melfi. Continuiamo a chiedere innanzitutto di condividere una analisi rigorosa e trasparente dei differenziali di costo, poiché pensiamo che una parte di essa possa derivare dalla scarsa saturazione delle fabbriche italiane; inoltre chiediamo un confronto sulle ipotesi aziendali di intervento, sia a livello nazionale e sia a livello di stabilimento; inoltre dobbiamo comprendere gli obiettivi ultimi che si intendono perseguire da parte del nuovo management, per verificare se possono o meno essere condivisi dal punto di vista sindacale.
Rendere le fabbriche italiane competitive è di per sé interesse dei lavoratori, poiché è la premessa necessaria per un futuro occupazionale solido. Ma è ineludibile compito del sindacato garantire che eventuali tagli non incidano sulla dignità e la sicurezza del lavoro e che non generino impatti socialmente inaccettabili. Siamo pronti al confronto, ma chiediamo chiarezza e rispetto per i lavoratori italiani.
Il nostro atteggiamento per Melfi punta all’incremento di produzione e occupazione e non certo a riduzioni. Ci fa piacere che a pensarla come noi ci sia anche un importante manager Stellantis.