Vincenzo Tortorelli, segretario regionale UIL Basilicata: “Garantire con la cig la protezione di lavoratrici e lavoratori lucani che nel 2021 hanno percepito circa 19 milioni di ore di cig”. Di seguito la nota integrale.
Il 2021 si è chiuso con l’erogazione per i lavoratori lucani di circa 19 milioni di ore di cassa integrazione. Solo a dicembre le ore di cig “emergenza sanitaria Covid” sono state quasi 500 mila. Garantire la protezione di lavoratrici e lavoratori nei settori come quelli del manifatturiero, terziario, servizi, turismo, che ancora non sono ripartiti o che hanno difficoltà a farlo è perciò una priorità. Il Parlamento, che a breve sarà chiamato alla conversione del decreto Milleproroghe, deve cogliere l’occasione per rimediare alla decisione del Governo di qualche giorno fa: servoni subito altre settimane di cassa integrazione con la motivazione Covid, almeno fino alla fine di marzo! Non basta certo esonerare i datori di lavoro dal pagamento della contribuzione addizionale dovuta da chi utilizza gli ammortizzatori sociali. Questo periodo di gestione eccezionale degli ammortizzatori, in una fase che, dal punto di vista pandemico, economico, produttivo, occupazionale, è eccezionale, sarebbe la scelta più giusta. Peraltro, con questo slittamento, si darebbe modo di far partire, per bene, la riforma della cassa integrazione appena decisa, programmando e gestendo modifiche di regolamenti, approntando procedure, illustrando obblighi e opportunità, soprattutto ai settori che ora entrano in questa modalità di protezione del lavoro. Non è pensabile che il raffronto positivo tra ore di cig autorizzate nel 2021 rispetto al 2020 – in Basilicata -5,1% – sia sufficiente perché la ripresa produttiva ed occupazionale non è dietro l’angolo. Ci sono imprese manufatturiere e artigiane che stentano a ripartire fra difficoltà di reperimento dei materiali e costo dell’energia, il turismo che registra quotidiane disdette, il commercio e il terziario senza un progetto di sviluppo e nemmeno una speranza di sopravvivenza. Lavoratrici e lavoratori, da mesi in cassa interazione Covid, che da gennaio non possono nemmeno far conto su questa e, nel frattempo, la nuova cassa integrazione tutta da mettere a regime. In questo scenario il Governo decide di chiudere ogni possibilità di cassa Covid, affidando alla Cassa integrazione ordinaria – di recente riforma – il compito di far fronte ad una situazione che certo ordinaria non è. Con un modesto sconto alle imprese – e nemmeno a tutte – che, non potendo far altro, a questa si rivolgeranno: niente addizionale. Troppo poco, davvero troppo poco.