La UIL esprime soddisfazione per le assunzioni in ASP di infermieri che verranno utilizzati sia all’interno del progetto degli Infermieri di Comunità nell’area del Marmo Platano e dell’Alto Bradano che per altre esigenze assistenziali territoriali.
L’attuazione di tale piano occupazionale è in linea con le proposte della UIL che, da anni chiede di dare risposte efficaci alla sanità di prossimità anche attraverso l’istituzione dell’infermiere di famiglia.
L’assunzione di personale in ambito sia sanitario che tecnico ed amministrativo è sicuramente un primo intervento che va nella direzione del rafforzamento dei presidi territoriali della sanità di prossimità, che la Uil ha indicato, da tempo, tra le priorità e gli strumenti di cambiamento con alla base l’aggiornamento del Servizio Sanitario Regionale (SSR). Ma da solo non può essere sufficiente e, pertanto, le Aziende Sanitarie Territoriali vanno sostenute con ulteriori azioni a breve e medio termine da mettere in campo sfruttando a pieno il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Lo sostengono in una nota congiunta i segretari regionali Uil Vincenzo Tortorelli e Uil Fpl Antonio Guglielmi.
Altro tema importante è quello delle Cure Primarie, dove troviamo Medici di Medicina Generale che si trovano a dover affrontare un carico di lavoro sempre più gravoso, legato all’invecchiamento della popolazione e a pazienti con patologie complesse che necessitano di trattamenti domiciliari. A ciò si aggiunge la crescita esponenziale della burocrazia, che sottrae tempo prezioso alla cura e all’assistenza dei pazienti.
Per la carenza di Medici e la scarsa attrattività della Professione, il rischio di un’emergenza nella medicina di base è sempre più concreto. Da un lato, i medici più anziani a volte scelgono di anticipare il pensionamento, dall’altro i giovani medici preferiscono intraprendere una specializzazione accademica piuttosto che frequentare il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG). La soluzione passa attraverso l’equiparazione del corso di medicina generale a una vera e propria specializzazione accademica, per restituire dignità e valore a questo percorso formativo.
Dalla Uil una proposta di riforma radicale del sistema. È necessario dare al medico di medicina generale la possibilità di scegliere o la dipendenza nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con inquadramento nella Dirigenza Medica, oppure optare per la convenzione, proprio come avviene per altre categorie professionali. Questa possibilità di scelta garantirebbe al professionista di valutare al meglio come pianificare l’equilibrio vita-lavoro secondo le proprie esigenze, riducendo il rischio di burnout e rendendo la professione più attrattiva. Quanto agli Ospedali e nello specifico a quelli di Comunità che devono essere in rete con le Case di Comunità, a parere della scrivente, bisognerebbe garantire gli ospedali secondo i bisogni di cura del territorio, superando l’applicazione meccanica e statica delle sole norme, alcune ormai superate, adottando un approccio dinamico.
Una soluzione – aggiungono Tortorelli e Guglielmi – potrebbe essere una riprogettazione capillare, Comune per Comune, della rete ambulatoriale e territoriale, con una revisione e una rimodulazione che includa la valorizzazione dei Distretti sanitari. Con il piano previsto dal DM 77, i Distretti potrebbero diventare luoghi di programmazione e produzione dei servizi sanitari, capaci di prendere in carico il cittadino attraverso un reticolo assistenziale centrato sui medici dell’assistenza primaria e domiciliare. Al contempo, è necessario rafforzare il ruolo di governo dei dipartimenti, aprendoli allo scambio con strutture extra-regionali avanzate. È inoltre cruciale rivedere l’assetto dell’emergenza-urgenza, prevedendo un potenziamento della rete 118, attualizzando i contenuti della Legge Regionale 21/99 che istituì l’allora Basilicata Soccorso. Inoltre e’ il momento di affrontare con serietà alcuni altri temi fondamentali come la qualità delle cure, la mobilità sanitaria e le liste d’attesa.