Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil Basilicata: “Più coesione e senso di responsabilità per affrontare insieme l’emergenza sanitaria”. Di seguito la nota integrale.
Occorre una forte coesione sociale e un maggiore senso di responsabilità per difendere insieme la Basilicata dall’emergenza sanitaria. In attesa che il Governo definisca ulteriori provvedimenti per contenere la diffusione del contagio che, anche da noi da giorni è in fase di crescita, non si può assistere al rimpallo di responsabilità tra il commissario Domenico Arcuri che ha attaccato di nuovo le Regioni a causa della mancata attivazione dei posti nei reparti ospedalieri di terapia intensiva e l’impiego di attrezzature e strumenti particolarmente necessari. In proposito, ricordiamo che mentre si litiga non è ancora conclusa la vicenda degli ospedali da campo donati dal Qatar e montati a Potenza e a Matera che dovrebbero essere invece già pronti da tempo per ogni evenienza.
Bisogna agire subito, oggi, per recuperare il rapporto con il territorio ascoltando le istanze dei lavoratori – che noi rappresentiamo. Per una nuova Basilicata, è ora che le istituzioni aprano un confronto serio con le parti sociali e condividano i nuovi provvedimenti: il sindacato ha una progettualità da esprimere, proposte concrete che vengono dal Paese reale delle lavoratrici e dei lavoratori. A rischio c’è la tenuta sociale, domani è tardi.
La Uil ha ribadito la richiesta di proroga dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali e della protezione dei posti di lavoro tramite il blocco dei licenziamenti.
Forse il nuovo campanello d’allarme è il rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia pubblicato dalla Caritas che non fa altro che confermare una situazione drammatica conseguente alla crisi sanitaria di questi mesi. Cresce esponenzialmente il numero dei cittadini italiani che vivono una condizione di enorme disagio. Analizzando il periodo maggio-settembre del 2019 e confrontandolo con lo stesso periodo del 2020 emerge che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9% dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa; cala di contro la grave marginalità.
Dunque, bisogna muoversi su due fronti. Da un lato, occorre accrescere l’assistenza pubblica a favore delle fasce più deboli e più povere per non lasciare solo sulla benemerita opera del volontariato il peso di questo impegno civile. Insomma, serve un rinnovato complessivo welfare state.
Dall’altro, però, si deve agire sul fronte economico per evitare che questa povertà si consolidi e si diffonda ulteriormente. Ecco perché è necessaria, tra l’altro, una riforma fiscale che redistribuisca la ricchezza: oggi, lavoratori dipendenti e pensionati sopportano una tassazione elevatissima che contribuisce a determinare quegli squilibri. Nel frattempo, devono essere utilizzate con intelligenza tutte le risorse europee a disposizione, non ultime quelle del Mes, per uscire dal baratro in cui siamo finiti. Il Governo può e deve mettere in campo tutti gli strumenti necessari per arginare il fenomeno delle nuove povertà.
Alleanza contro la Povertà in Italia, di cui la Uil è uno dei soggetti fondatori, ha elaborato otto proposte, da sottoporre al Governo, per ridisegnare il Reddito di Cittadinanza alla luce dell’esperienza di questo primo anno di attuazione, al fine di rendere la misura più equa, inclusiva e attenta alle nuove emergenze sociali nate con la pandemia.
L’obiettivo prioritario, così come esplicitato nel documento, è “il rafforzamento del RdC con la possibilità di accedere anche per coloro che hanno ricevuto il reddito di emergenza: misura necessaria per rispondere alle sempre maggiori richieste di aiuto”.
A livello regionale la Uil ha proposto l’istituzione del fondo di investimento sociale per affrontare l’ emergenza.