L’Eni ha presentato oggi, nell’area industriale di Viggiano (Potenza) – dove è in funzione il primo centro oli che riceve il petrolio estratto dai giacimenti scoperti in Val d’Agri – un nuovo laboratorio di analisi chimiche “al servizio di tutte le attività del distretto meridionale” della compagnia petrolifera. Il laboratorio – che ha apparecchiature e strumenti “di ultima generazione” – svolge analisi chimiche su campioni di idrocarburi e acque provenienti da tutto il distretto meridionale.
Total, Cgil chiede un accordo che indichi con chiarezza le linee di investimento verso fonti di energia alternative. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Total è partita con il piede sbagliato. Nessun avvio, nessuna partenza senza il rispetto dell’ambiente e della sicurezza ma soprattutto senza un accordo che definisca le regole da osservare nei cambi di appalto, sotto il profilo della salvaguardia dell’occupazione e della sicurezza ambientale. Inoltre, occorre subito un accordo sulle regole e sulle prospettive, che indichi con chiarezza le linee di investimento verso fonti di energia alternative.
Come da sempre sosteniamo, occorre cambiare paradigma rispetto a quanto avvenuto in questi anni: si tratta di aprire un confronto alla pari tra Regione, Comuni dell’area e organizzazioni sindacali per immaginare sin da subito un programma di sviluppo che vada oltre l’attività estrattiva.
Non è immaginabile continuare a sfruttare il nostro territorio senza che vi siano tangibili ricadute occupazionalieinterminidisviluppoperl’interaarea e per tutta la Basilicata.
Lo scambio legato solo alle royalties non è uno scambio alla pari. Bisogna assegnare centralità di sistema al grande capitolo dell’energia e dello sviluppo nella sostenibilità. Per fare ciò questo occorre che tutti, sindaci, forze politiche, cittadini, si sentano coinvolti e solidali per superare piccole convenienze territoriali.
Questa è, secondo noi, la sfida della Basilicata del futuro e su questo apriremo una diffusa vertenza in tutta l’area, chiedendo la riattivazione di un tavolo con il Governo nazionale e con le multinazionali del petrolio presenti in Basilicata, in modo da ridefinire anche il capitolo degli investimenti sullo sfruttamento del gas naturale.
Proprio in queste settimane Snam, insieme ad altre aziende europee del settore energetico, ha firmato una dichiarazione volta a sostenere l’idrogeno e il suo ampio potenziale come tecnologia sostenibile per la decarbonizzazione e per la sicurezza energetica di lungo termine dell’Unione Europea. “L’idrogeno è una forma di gas rinnovabile che – spiegano in una nota – al pari del biometano già in circolo nella rete italiana, può essere immessa nelle esistenti infrastrutture del gas naturale”. La firma è avvenuta nel contesto della riunione informale dei ministri dell’energia, convocata dalla presidenza austriaca dell’Unione europea a Linz. Le società firmatarie si sono impegnate a integrare gradualmente l’idrogeno nelle reti di trasporto del gas e a favorirne l’utilizzo come soluzione per lo stoccaggio di energia, nonché a supportare lo sviluppo dell’idrogeno prodotto da elettrolisi, in grado di consentire un utilizzo più efficiente delle energie rinnovabili intermittenti.
Secondo quanto dichiarato dai firmatari, “questa soluzione tecnologica è in grado di creare sinergie tra i settori dell’elettricità, del riscaldamento e della mobilità, consentendo all’Europa di ridurre la propria dipendenza dalle importazioni e di rafforzare la propria sicurezza di approvvigionamento, specie alla luce degli sforzi rivolti al contenimento del riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi, come stabilito dagli accordi di Parigi”.
Prospettive interessanti vengono riconosciute all’idrogeno anche con riferimento a un suo impiego nel settore dei trasporti e in sostituzione di fonti energetiche inquinanti in alcuni settori industriali particolarmente carbon intensive.
Tutto questo non può passare inosservato. Avere ricevuto in dote, in questo territorio, una grande quantità di risorse dal sottosuolo non esime il decisore e i privati dal guardare oltre, non consente immobilismi ma obbliga, maggiormente, a sentirsi responsabili dei cambiamenti e di comportamenti votati alla predisposizione di innovazioni, applicazioni e stili adattabili alle importanti novità che la tecnologia e la forza del cambiamento dell’uomo pongono all’attenzione di tutti.