Dopo il proficuo incontro dello scorso 26 aprile tra le segreterie territoriali Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL, la RSU e l’azienda TotalEnergies EP Italia S.p.A. che ha traguardato l’accordo sull’imminente “fermata manutentiva impianti straordinaria” e che ha sancito, in un verbale, l’impegno tra le parti a riaprire la discussione sull’organico in una dimensione capace di affermare il valore sacrosanto della sicurezza delle attività,ci eravamo illusi di essere giunti alla ricomposizione della vertenza in atto.
E invece siamo stati costretti a registrare, al tavolo di confronto dello scorso 12 maggio, l’intransigente posizione aziendale che ha riproposto ancora una volta una visione organizzativa e del dimensionamento che sostanzia evidenti e pericolose lacune soprattutto dal punto di vista della sicurezza appunto.
Avremmo potuto dire che il maggiore rammarico di questa vicenda riguarda la strategia perpetrata dell’azienda la quale, pur di ottenere l’accordo sulla fermata – e quindi pur di salvaguardare esclusivamente il suo personale interesse -, non si è fatta scrupolo alcuno a sottoscrivere un impegno che puntualmente non ha onorato.
Ma a noi interessano la sostanza e la concretezza, e sostanza e concretezza di questa vicenda raccontano di un’azienda che pur di risparmiare danaro lo fa sulla pelle dei lavoratori e del territorio nel quale opera e agisce, colpevole di assumere il ruolo consono ai peggiori interpreti del colonialismo spietato.
Noi pensiamo che questi lavoratori, questo territorio e i suoi cittadini non meritino tale affronto. E lo diciamo con la consapevolezza di chi prova a rappresentare e a tutelare gli interessi collettivi.
Inaccettabili a nostro parere le proposte aziendali di un improbabile assetto impianti che continua a prevedere un solo operatore in campo sui pozzi e alcune piattaforme, come incomprensibili sono le dinamiche immaginate concernenti le squadre di emergenza sui detti siti, oltre che sul sito di stoccaggio e movimentazione di GAS LPG, assolutamente improbe e carenti dal punto di vista della giustezza in termini di efficacia e tempestività.
Ci auspichiamo tutti che mai possa accadere un’emergenza, un incidente rilevante, un evento che per la pericolosità insita nelle operazioni e nelle sostanze trattate, pericolose e potenzialmente esplosive, possa mettere a repentaglio la sicurezza di persone, cose e ambiente. Ma se questo dovesse capitare riteniamo sia necessario che tutte le misure preventive siano state adottate, compreso un equilibrato dimensionamento tale da non lasciare insufficienti i presidi.
Per questo abbiamo, nostro malgrado, deciso di avviare la procedura di raffreddamento e conciliazione prevista dalla legge davanti all’illustrissimo Prefetto di Potenza, coinvolgendo per conoscenza gli altri soggetti istituzionali che sovraintendono le ragioni della sicurezza.
Ai lavoratori chiediamo di aderire in maniera convinta alla protesta, nei tempi e nelle forme che condivideremo a valle del percorso sancito dalla norma, perché questo è il tempo di opporsi alle logiche di sfruttamento, perché questo e’ il tempo di conquistare un futuro lavorativo dignitoso e protetto.