Dopo il latte, la battaglia sulla tracciabilità del grano arriva a Bruxelles grazie al lavoro del Ministro Martina.
“Ringrazio il Ministro Martina – dichiara l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali Luca Braia – per aver condiviso e portato avanti su pressione dei coltivatori ed in particolare delle regioni del Sud, con determinazione, la battaglia del grano, dopo quella vinta della tracciabilità latte, con un importantissimo traguardo che consentirà l’attestazione della qualità a tutto vantaggio del Made in Italy. Un traguardo atteso da tanti anni, per una filiera strategica per la quale siamo riconosciuti nel mondo ed in cui la Basilicata risulta essere la terza regione in Italia per quantità e addirittura la prima per qualità.
Informazione per i consumatori, assicurazioni sui ricavi, tutela dei produttori e sostegno alla filiera sono le caratteristiche più rilevanti contenute nello schema di decreto inviato a Bruxelles, con cui prende avvio oggi l’iter autorizzativo europeo per arrivare ad una etichettatura con indicazioni chiare sulle confezioni di pasta secca prodotte in Italia con il Paese o l’area dove viene coltivato il nostro grano e quello in cui viene macinato, sperimentando un nuovo sistema che ha l’obiettivo prioritario di valorizzare le nostre produzioni di grano e pasta.
Produciamo 4 milioni di tonnellate di grano duro in Italia con 2 miliardi di euro di valore export, abbiamo una produzione di pasta di 3,4 milioni di tonnellate, che rendono l’Italia il principale produttore mondiale e oltre l’85% dei consumatori italiani considera importante conoscere l’origine delle materie prime.
In Basilicata – conclude l’Assessore Luca Braia – abbiamo circa 117.000 ettari coltivati a grano duro, corrispondente a circa il 10% della superficie nazionale ed alcune etichette di pasta prodotta con grano lucano cominciano ad avere successo e visibilità sul mercato anche del biologico. Le etichette con l’indicazione dell’origine aggiungono ed attestano la garanzia di qualità dei nostri prodotti, in attesa che l’Europa possa in tempi brevi definire, una volta per tutte, norme comuni in materia di origine delle produzioni.”