In aperto contrasto i pareri riguardo il 2020 che ci vengono dagli ultimi appuntamenti di metà Novembre. Per quanto, infatti, la situazione non sia di molto variata rispetto alla finedel mese scorso e i mercati continuano a mostrare cenni di titubanza, la pubblicazione dei dati trimestrali delle maggiori aziende al mondo dà nuovo credito agli ottimisti.
Nel mentre sempre nuovi utenti si affollano per iniziare a investire il proprio denaro nel trading online, considerato sicuramente una forma più dinamica e proficua rispetto a un qualsiasi conto corrente, nell’aria aleggia irrisolta una questione.
Questione che può ottenere una risposta valida solo attraverso un attento processo di formazione e informazione circa le dinamiche dei mercati finanziari. A questo proposito non si può non menzionare il Corso Trading Online, tra le più popolari e utili sorgenti di informazioni a disposizione del pubblico italiano.
La questione da risolvere è: come investire nel 2020?
Con che atteggiamento affrontare il nuovo anno? E, soprattutto, con quale sguardo rivolgersi ai mercati? Bisogna essere ottimisti o no?
Segnali di ottimismo: JP Morgan e D.J. Trump
I principali segnali di ottimismo provengono da due importanti player della situazione corrente: JP Morgan, tra le 4 Banche statunitensi più grandi e da anni appartenenti alla categoria degli enti finanziari Too Big To Fail.
Sono considerati tali tutti quegli finanziari il cui impatto è sistemico sull’intero andamento della finanza sia nazionale che mondiale, motivo per cui, anche in momenti di difficoltà, queste non possono fallire per non trasformare un disastro locale in una crisi mondiale.
Ebbene, è Lorenzo Alfieri, country head per l’Italia di JP Morgan am, a rompere gli indugi affermando: «Anche uno degli elementi centrali della debolezza economica globale, la Cina, è venuto meno, con la fase di rallentamento dovuta alla guerra commerciale che sembra essere sfumata; e poi pensiamo che la banca centrale e le autorità cinesi siano seriamente intenzionale a stimolare l’economia anche attraverso la politica monetaria. Tutti elementi che stanno preparando il terreno per un 2020 favorevole»
A favore di una visione ottimistica si pronuncia anche D.J. Trump, che in uno degli ultimi tweet ha scritto: «Walmart ha annunciato grandi risultati” trimestrali. Nessun impatto dai dazi (che stanno portando miliardi di dollari al Tesoro). L’inflazione è bassa (lo senti questo Powell?)!»
Il Presidente americano, in tal modo, sfida direttamente la FED, che ha dimostrato posizioni più caute per quel riguarda l’anno venturo.
La FED incita a muoversi con maggiore cautela
La posizione della FED è tutt’altro che entusiasta: nonostante le statistiche allarmanti dell’estate abbiano mostrato dei miglioramenti, si è ancora lontani da una vera e propria safe zone.
A dichiararlo è lo stesso Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che risponde alla provocazione di Trump in maniera secca: «Il debito americano cresce più velocemente dell’economia, è insostenibile– e sottolinea- L’economia americana spicca fra le economie mondiali: non c’è motivo al momento di pensare che le probabilità di recessione siano elevate»
Grazie al piano di assistenza dei piccoli/medi enti finanziari, il REPO, dunque, le statistiche che davano il 30% di rischio di recessione degli USA nel 2020 sembrano essersi abbassate. Cionondimeno l’economia non si è ancora assestata su posizioni che giustificherebbero un atteggiamento ottimista.
Fintantoché il debito continuerà a crescere più velocemente dell’economia, infatti, il vero responso per l’anno venturo non sarà deducibile tanto dalla pubblicazione dei dati trimestrali delle società e delle banche quanto, piuttosto, dalle scadenze fiscali di fine anno.
In particolar modo l’attenzione va ai Titoli di Stato: se questi riusciranno a reagire bene al finanziamento della FED (si parla di un piano di investimento di centinaia di miliardi per supportare il debito pubblico) nei prossimi mesi, allora si potrà finalmente allentare la tensione e riprendere a parlare di crescita.