Fiom Cigl: “Trasparenza e coerenza nelle assunzioni in Fiat, serve un sistema pubblico per il collocamento”. Di seguito la nota integrale.
Con la salita produttiva dello stabilimento SATA di Melfi, inizia ad esserci una ripresa leggera dell’occupazione.
Dalle prime assunzioni emerge che gli accordi di programma del ’90 ( 80% di Lucani ), tanto sbandierati dalle Istituzioni Regionali, non sono rispettati, ma ancor più grave è che la Regione Basilicata e le altre OO.SS., oltre che enfatizzare questa ripresa, dovrebbero interrogarsi se non sia necessario chiedere trasparenza nelle assunzioni ( rompendo con la logica delle clientele ) e vincoli anche “attraverso delle quote riservate” che tengano conto della grave crisi industriale e occupazionale della nostra Regione ( dati Svimez ), a partire dai tanti lavoratori messi in mobilità senza nessuna speranza di ricollocazione o reindustrializzazione (altro che politiche industriali) e dei disoccupati di lunga durata.
Preme, in occasione delle nuove assunzioni, riporre l’attenzione anche sul caso della PCMA di Pisticci Scalo ( Magneti Marelli-Gruppo Fiat ): un caso emblematico rispetto alla mancata ricollocazione dei lavoratori interessati dalla crisi di quell’azienda, gestita tramite un Accordo separato siglato il 26 settembre 2013 che vide le altre OO.SS. gridare al miracolo; fu chiuso lo stabilimento di Pisticci scalo e si disse che avevano salvato gli 81 posti di lavoro.In realtà invece 54 famiglie attendono ancora risposte che potrebbero, anzi dovrebbero, arrivare proprio dalla SATA: si riesce a farsi carico di tale necessità?
La mancanza di autorevolezza e autonomia della classe dirigente politica e sindacale locale rischia di alimentare l’aspettativa e allo stesso tempo la delusione della maggioranza dei cittadini che non hanno “Santi in Paradiso” e che, ancora una volta, aspetteranno risposte che non ci saranno.
Sarebbe necessario, dopo tutti gli applausi per “i meriti che sono solo della Fiat”, fare chiarezza su come saranno erogati i futuri finanziamenti e sgravi fiscali sull’occupazione e la formazione in SATA e nell’Indotto, chiedendo e imponendo le garanzie di trasparenza e oggettività senza illudere i cittadini e i tanti disoccupati e precari Lucani.