Tratta di donne impiegate come badanti e sfruttamento del lavoro a Potenza, Summa (Cgil Basilicata): “Serve una legge regionale contro il lavoro nero, vera piaga di questa regione. Il tema dell’invecchiamento e dell’assistenza domiciliare siano al centro della programmazione regionale. La Basilicata è tra le regioni che ha l’indice più basso del paese in spesa socio assistenziale e quanto accaduto è l’evidenza più atroce di un sistema che non funziona e che richiede un immediato cambio di rotta”. Di seguito la onta integrale.
“Quanto emerge dall’inchiesta della procura sulla tratta di donne moldave impiegate a Potenza come badanti, a nero, in pessime condizioni abitative e costrette anche a pagare delle tangenti ai loro aguzzini, è l’assenza di un sistema strutturato di accoglienza e in particolare la carenza di controlli in materia di lavoro nero e sfruttamento”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“Serve una legge regionale per contrastare il lavoro nero e far emergere il lavoro sommerso, che è la vera piaga del nostro paese e della nostra regione” continua Summa, sottolineando un altro aspetto della triste vicenda. “L’assistenza domiciliare è ormai interamente affidata alle badanti, che sopperiscono all’assenza di una rete di sevizi socio assistenziali territoriali. La disabilità, l’invecchiamento e la non autosufficienza – afferma Summa – devono essere al centro della programmazione regionale, insieme al diritto ad invecchiare a casa propria.
C’è bisogno di un profondo cambio di paradigma, spostando le risorse sempre più sull’assistenza domiciliare gratuita. In una società che invecchia sempre più, c’è bisogno di riprogettare l’offerta sanitaria dalla spesa ospedaliera a quella territoriale e domiciliare.
La Basilicata è tra le regioni che ha l’indice più basso del paese in spesa socio assistenziale e quanto accaduto – conclude – è l’evidenza più atroce di un sistema che non funziona e che richiede un immediato cambio di rotta”.