Il 20 e 21 settembre si svolgerà a Matera un importante convegno di Confindustria Basilicata, nel quale saranno presenti
il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, l’Amministratore delegato di Intesa San Paolo, Carlo Messina e Giovanni Tricchinelli, lucano di Pisticci, già Vicepresidente del Banco di Napoli e ora Vicepresidente del Mediocredito Italiano-Gruppo Intesa San Paolo.
Di seguito il contributo al dibattito sui temi che saranno affrontati nel convegno di Confindustria a cura di Giovanni Tricchinelli.
Sviluppo, più Occupazione, Sostenibilità: tre obiettivi possibili per la Basilicata
Il convegno di Confindustria Basilicata che si svolgerà il 20 settembre prossimo a Matera, con la partecipazione del Presidente Vincenzo Boccia e dell’Amministratore delegato di Banca Intesa, Carlo Messina, mi offre l’occasione per condividere alcune riflessioni sulla nostra Basilicata, sul suo sistema imprenditoriale, sulla funzione del credito e più in generale sulle prospettive di sviluppo economico e sociale del nostro Mezzogiorno. Già lo scorso luglio a Bari si è svolta la Conferenza “Diamo credito all’Italia”, promossa da Confindustria Puglia e Basilicata, in collaborazione con Confindustria Nazionale.Un appuntamento checoinvolse numerosi rappresentanti delle aziende del territorio, interessati a conoscere le iniziative per lo sviluppo dell’attività d’impresa.A dire il vero ancheil Mediocredito Italiano, nella sua storia, ha sempre svolto un ruolo fondamentale per sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno. In questi ultimi anni,il GruppoBanca Intesa, sotto la direzione illuminata ed intelligente dell’Amministratore delegato Dottor Messina ha favorito l’accesso al credito delle Piccole e medie imprese, stimolando, in tal modo, le sinergie tra politiche del credito e iniziative per lo sviluppo e rafforzando gli interventi pubblici nel Mezzogiorno.Negli ultimi anni, sul sostegno alle impreseche operano nel Mezzogiorno sié distinto, con la consueta efficienzatutto il management del Mediocredito Italiano e in particolare il Dottor Teresio Testa responsabile dell’area Sales e Marketing Imprese. Un manager di prim’ordineche con la sua vasta esperienza e la sua elevatissima professionalità nel campo finanziario, ha portato il Mediocredito Italiano ad altissimi livelli. L’Istituto, con la sua presenza,ha sempre assicurato un forte sostegno al tessuto produttivo meridionale e ha promosso, pur in una realtà complessa come il Mezzogiorno, una costante sinergia tra la funzione dello Stato e l’iniziativa degli imprenditorimeridionali. Anche il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, nel sottolineare l’importanza di quella iniziativa, ribadì un concetto fondamentale che sta alla base dello sviluppo e del progresso delle comunità locali: E cioè che l’accesso al credito è una funzione vitale per le imprese che vogliono crescere. Quelle stesse imprese che, con la crisi, hanno attraversato attraversano una fase delicata della loro vita mache conservano solide fondamenta e vogliono tornare competitive nel Mezzogiorno, un’area del Paese che ha un enorme bisogno di fiducia e di strumenti per il suo rilancio. Ebbene, non è un caso che il Convegno di Confindustria Basilicata si tenga, quest’anno,proprio a Matera, Capitale europea della Cultura. Una Cittàche, agli inizi del secondo dopoguerra, veniva rappresentata come il simbolo di una Regione povera,diseredata, isolata. Se oggi, noi lucani, andiamo fieri di questoprestigioso riconoscimento per la Città dei Sassi, non possiamo dimenticare, per onestà intellettuale,com’era la Basilicata ai primi del Novecento. E soprattutto come ladescrissero alcune grandi personalità della cultura e della politica di allora, come Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti e soprattutto Carlo Levi, con il suo “Cristo si è fermato a Eboli”.Quel grande poeta lucano che fu Leonardo Sinisgalli definì la nostra Regione, “La Terra del silenzio”. Ma, nonostante il silenzio, la sua storia non si è fermata. Con l’avvento della Repubblica, la Basilicata incominciò a cambiare volto. La Riforma agraria e le prime opere di civiltà nelle campagne, l’industrializzazione in Val Basento e le grandi strade di fondovalle inserirono la Regione neigrandi circuiti della nuova Italia . Negli anni Novanta, poi, la Basilicata si è arricchita di due grandipoli industriali: la Fiat a Melfi e le compagnie petrolifere in Val d’Agri. Fu solo nel secondo dopoguerra che la nostra Regione entrò nella modernità. E questo grazie alle brillanti intuizioni di grandi statisti ed economisti come Alcide de Gasperi e Pasquale Saraceno, Donato Menichella e Gabriele Pescatore. Furono loro a porre all’attenzione del Paese,la Questione Meridionale. Furono loro che vollero la Cassa per il Mezzogiorno. E fu proprio con l’avvio dell’Intervento straordinario cheil Sud divenne un immenso cantiere: si costruirono strade, autostrade, dighe, reti elettriche e acquedotti, opere di civiltà nelle campagne e insediamenti turistici sulle coste ioniche e tirreniche.E ciò nonostante, il divario con il Centro Nord non è diminuito, ma paradossalmente è aumentato. Gli indicatori economici, impietosi nelle loro rilevazioni, fotografano una Regione che è sempre la penultima o terzultima nella produzione del reddito, nel tasso di crescita della sua economia, nei livelli, bassi e insoddifacenti nell’occupazione giovanile e femminile. Ci sono è vero, delle splendide eccezioni, tra cui appunto la rinascita di Matera, la Fiat a Melfi e il petrolio in Val d’Agri. Ma, una rondine non fa primavera. Tanti, troppi sono ancora i fronti aperti per vincere queste sfide: sichiamano spopolamento delle aree interne; emigrazione non più di braccia ma di cervelli; mancanza di infrastrutture materiali e immateriali per agganciare la Basilicata al treno ad alta velocità delle Regioni ricche e sviluppate. Ecco allora l’importanza dell’imprenditore o meglio di quei valori imprenditoriali di cui parla spesso un grande economista italiano, il Professor Marco Vitale. In una intervista concessa ad Andrea Di Consoli e Yari Salvetella, curatori del libro “ Con il Sud, Visioni e Storie di un’Italia che può cambiare” (Mondadori 2016) citò, dell’imprenditore, una vecchia definizione di un giurista americano: “L’imprenditoreè quell’uomo che riceve dalla società dei fattori di produzione,li combina in vario modo, restituendo alla società qualcosa in più di quello che ha prelevato; il predone o il parassita, invece, preleva dalla società dei fattori di produzione e restituisce alla società nulla o comunque meno di quanto ha prelevato.” Ecco allora l’importanza di bravi imprenditori soprattutto nella nostra Regione. Un territorio che da sempre soffre della mancanza di grandi infrastrutture viarie e territoriali. Pochi giorni fa, di rientro da Bruxelles, subito dopo aver ottenuto la fiducia per il suo secondo Governo,il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato testualmente:“Non è tollerabile – ed è solo un esempio fra i tanti – che Matera, la Capitale Europea della Cultura, rimanga isolata dal resto del Continente, a causa di una rete ferroviaria inadeguata” Ecco allora che accanto alla Ferrovia dello Stato, a Matera, la Basilicata ha bisogno anche di creare una Zona Economica Speciale (ZES) Jonica. Un’Area che, nata intorno al porto di Taranto,potrà coinvolgere numerosi territori della Basilicata e della Puglia e che potrà favorire le attività imprenditoriali che fanno leva sul porto per l’approvvigionamento delle materie prime oltre che per il trasporto dei prodotti finiti. Ad ogni buon conto, se la Basilicata soffre, non è che il Mezzogiorno stia tanto bene in salute. Anche qui, pur nel rammarico delle tante inadempienze che il precedente Governo ha accumulato per le aree più disagiate del Mezzogiorno, non possiamo non condividere i propositi espressi dal Presidente del Consiglio,alcuni giorni fa, sia nei suoi incontri in Europa sia in Parlamento. La scommessa si gioca nel far ripartire l’Italia, dal Sud al Nord, ritenendola, opportunamente, una delle questioni tra le più importanti nell’azione di Governo, a partire dall’ineludibile principio dell’equità sociale e territoriale. E, a rimarcare il concetto, sempre il Presidente del Consiglio ha aggiunto che questo “imperativo categorico” per l’economia italiana è stato avvertito anche dalle Istituzioni europee, come ha certificato la Direzione generale per la politica regionale a Bruxelles, secondo la quale, negli ultimi anni gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno sono diminuiti in maniera consistente. Se questa è dunque la priorità, non possiamo che guardare con rinnovato ottimismo alla neonata Commissione Europea e agli obiettivi che il nuovo Governo intende perseguire per una più incisiva politica per il Mezzogiorno. Su questo percorso la Basilicata troverà sempre al suo fianco il supporto della Banca e dell’Impresa. Proprio così come ha fatto una grande personalità italiana, il Presidente della Banca Centrale, Mario Draghi, uno degli artefici della nuova Europa. Ha spronato e incoraggiato i Governi a fare di più, ad attuare una politica economica espansiva. Una politica che, a Francoforte così come a Berlino e a Parigi,dovrà avere come bussola i grandi obiettiviche le assegnarono i suoi padri fondatori, quei grandi statisti che vollero un’Europaforte ma libera; pacifica, ma non sottomessa, prospera ma anche solidale e sempre più attenta verso le generazioni che verranno.