Trivelle Mar Jonio: presentate le osservazioni alle richieste di V.I.A. della Shell: “Utilizzato il metodo del copia-incolla”.
La Shell Italia E&P S.p.A. ha presentato le due istanze ricorrendo al superficiale metodo del copia e incolla: oltre agli elementi di criticità oggettivi, abbiamo riscontrato anche questa bizzarra curiosità”. E’ quanto dichiara il primo cittadino di Policoro, Rocco Leone, che venerdì scorso, 18 gennaio ha sottoscritto ed inoltrato al Ministero dell’Ambiente e a quello per i Beni e le Attività Culturali, le osservazioni delle due istanze di V.I.A. (“d 73 F.R. – SH” e “d 74 F.R. – SH”) della multinazionale che, al largo del Mar Jonio, vorrebbe ricercare “idrocarburi liquidi e gassosi”. “In particolare – specifica Leone – nella richiesta “d73”, da pag. 169 a pag. 183 è riportata la dicitura “d74”: è una grossolana incongruenza, segno evidente di come la Shell abbia prodotto entrambe le istanze con superficialità”. “Grazie al supporto delle amministrazioni regionali, provinciali e locali di Puglia, Basilicata e Calabria che hanno sottoscritto il Protocollo di Herackleia lo scorso 17 dicembre, grazie anche all’ANCI di Basilicata che ha affrontato la questione nell’ultimo direttivo convocato a Policoro, e grazie alle associazioni, in primis il “Comitato No Triv Jonio” e il WWF di Basilicata – prosegue Leone – abbiamo inoltre presentato forti elementi di criticità circa l’“airgun”, il sistema che la Shell intende utilizzare nei fondali marini per verificare l’esistenza di idrocarburi; non solo la Shell non è stata chiara, in sede di S.I.A. (Studio di Impatto Ambientale), sulla reale sostenibilità del metodo che si intende adottare, ma lo stesso sistema airgun è una tecnica molto controversa e tuttora dibattuta sugli effetti negativi che provocherebbe all’ecosistema, come specificato anche da Maria Rita D’Orsogna, professore associato presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Los Angeles, ospite proprio a Policoro in occasione della manifestazione dello scorso 17 dicembre; argomento ritrovato anche in una sentenza del Tar del Lazio, che lo scorso ottobre ha dato ragione al Comune di Vasto contro l’ipotesi di trivellare al largo della costa adriatica”. Le osservazioni dell’Amministrazione Comunale di Policoro, corredate di n.12 allegati, sono state presentate tenendo conto anche del contesto regionale e di quello locale. “Quella della Basilicata – scrive il Sindaco Leone – è indubbiamente una realtà controversa a seguito dell’estrazione petrolifera in terra ferma, che da circa 20 anni ha di fatto infranto il sogno di realizzare un modello di economia sostenibile; la Città di Policoro, dal canto suo, in pieno Golfo di Taranto, ha tante peculiarità da difendere: a partire dal prezioso patrimonio archeologico, per arrivare all’agroalimentare di qualità e al turismo costiero”. “Insieme alle amministrazioni della costa lucana calabrese e pugliese – conclude Leone – continueremo a difendere e a vigilare il territorio e le sue peculiarità”.