Le vacanze brevi – se non “brevissime” – possibilmente più vicino casa, alla ricerca di natura per stare all’aria aperta e di degustare prodotti tipici sono un’opportunità per favorire il turismo delle aree interne e dei Parchi. E’ il commento di Michele Tropiano, presidente Federalberghi-Confcommercio ai risultati dell’indagine di Confturismo-Confcommercio in collaborazione con Swg sulla propensione a viaggiare da parte degli italiani.
In sintesi: sale rispetto ad aprile, dal 19% al 48%, la quota di italiani che pensa di fare vacanza nei mesi tra giugno e agosto. L’anno scorso, nello stesso periodo erano il 70%. I viaggi saranno brevi, anzi brevissimi, massimo tre giorni. Ancora. Nonostante salga la scelta della destinazione mare per il 49% di chi farà vacanza – siamo ancora sotto il 61% del 2019 – “prende quota” l’attrattività delle mete montane, probabilmente percepite come spazi aperti e quindi più sicuri: il 23% contro il 18% di maggio 2019.
Effetto contrario per le città d’arte, stabili da aprile al 17% delle preferenze degli intervistati e 9 punti sotto la rilevazione di maggio dello scorso anno. Solo il 15% degli intervistati visiterà musei, monumenti e mostre in vacanza, contro il 37% dello scorso anno: insomma, non sarà certo l’estate del turismo culturale.
Meno turisti nelle città portano effetti negativi a catena su tutto l’indotto. Basti pensare allo shopping ad esempio che, tra gli obiettivi della vacanza, è indicato solo dal 5% degli intervistati contro il 20% di maggio 2019. Un disastro annunciato per quelle attività dei servizi e del commercio locali che confidano sui turisti, ben più che sui residenti, per realizzare i loro obiettivi di volume d’affari.
Ma a preoccupare più di tutto è il tipo di vacanza che gli italiani dichiarano di volere fare quest’estate. Sono 35 su 100 a dichiarare che comunque faranno viaggi brevi, con 2 o 3 pernottamenti al massimo, restando nelle vicinanze di casa. A pensarla così, a maggio 2019, erano solo il 14%, meno della metà.
“Ignorare un quadro tanto drammatico e non reagire con immediatezza adottando provvedimenti focalizzati sul turismo sarebbe follia”, dichiara il Presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patané. E prosegue “se il nostro è davvero un settore strategico per l’economia italiana – e non sta certo a noi doverlo dimostrare, perché basta guardare i fatti senza bendarsi gli occhi – allora il Governo studi subito, dopo il ‘Cura Italia’, un decreto ‘Cura Turismo’”.
L’altra faccia della medaglia – aggiunge Tropiano – è la voglia di riposarsi (più 11%) e di vedere posti nuovi (più 3%) su cui aree come la Val d’Agri, il Pollino hanno molto da offrire specie perché hanno spazi naturalistici per le escursioni che sono poco conosciuti dai flussi turistici interregionali. I nostri Parchi nazionali e regionali hanno in proposito grandi potenzialità e gli operatori di settore ce la metteranno tutta per l’accoglienza in questa particolare stagione turistica.
Giu 03