“Una cabina di regia che tenga conto e in giusta considerazione le potenzialità turistiche dei luoghi e le azioni su cui puntare”. È la proposta lanciata oggi dal segretario generale della Filcams Cgil di Potenza, Michele Sannazzaro, in occasione della tappa del camper del Turismo SottoSopra, la campagna promossa dalla Filcams Cgil nazionale a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori stagionali del turismo, che si è tenuta nel castello di Lagopesole (Potenza).
“Sviluppare il turismo culturale – ha detto Sannazzaro – può essere una risposta efficace per porre argine allo spopolamento nella nostra regione, dare lavoro ai giovani e offrire loro stimoli che rendano attrattivo il territorio, permettendo di immaginare un futuro non lontano dalla propria terra. In Italia – ha aggiunto – il settore del turismo continua a vivere una precarietà sconcertante. Così chi lavora nel campo lo fa spesso solo per ripiego e solo per un periodo di tempo limitato, affrontando, tra l’altro, ritmi eccezionali e duri da mantenere. Lo Stato e il governo regionale dovrebbero mettere in campo politiche che incentivino l’occupazione nel turismo e la sostengano. Si assiste, invece, ad una precarizzazione che non offre garanzie a chi vorrebbe anche provare ad investire nel settore”.
Dalla Filcams Cgil dura critica alle ultime misure assunte dal governo Meloni, “che sta mettendo in campo azioni che vanno nell’esatto opposto, come la reintroduzione dei voucher nel settore del turismo che rende ancor più precario il lavoro stagionale. Se a ciò aggiungiamo la poca copertura della Naspi, che copre soli tre mesi a fronte di sei di lavoro, è facile immaginare, soprattutto al Sud, dove le retribuzioni sono più basse, la difficoltà nel trovare personale da impiegare nel comparto”. L’obiettivo della campagna è infatti ribaltare il punto di vista diffuso dagli imprenditori del settore: non sono i lavoratori a mancare, quella che è difficile trovare nei diversi comparti della filiera turistica è un’offerta lavorativa regolare, disciplinata dai contratti nazionali siglati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, con la retribuzione che questi prevedono, turnazioni nella norma, straordinari pagati, riconoscimento dei dovuti riposi, ferie e malattia.
“Non si trovano addetti – ha detto Sannazzaro – è una delle frasi più sentite dagli operatori del turismo che anche in Basilicata hanno difficoltà a trovare camerieri ma anche altre figure professionali essenziali nel settore. Questo perché tali lavori non sono più attrattivi perché precari e spesso non pagati adeguatamente. Ma alla base del problema, in sostanza, c’è la poca consapevolezza di quanto, invece, il turismo possa contribuire alla crescita anche economica del Paese. Il turismo dovrebbe essere organizzato, radicato e percepito come un sito produttivo che crea ricchezza. Ed è così che dovrebbe essere anche in Basilicata, dove serve investire di più e meglio sul settore che pure ha dato e sta dando buoni risultati. Castelmezzano, Sasso di Castalda, San Costantino Albanese e Castelsaraceno sono solo l’esempio di come credere nelle proprie risorse possa creare lavoro per i propri cittadini attirando turisti anche da fuori regione. Il castello di Lagopesole simboleggia proprio questo potenziale. In regioni come l’Emilia Romagna o il Lazio, ad esempio, è stata creata un’apposita “rete” per sviluppare un turismo mirato alla visita e valorizzazione degli antichi edifici. Potrebbe essere un’idea da cui prendere spunto anche in Basilicata dove non esiste una visione organica e strategica capace di mettere a frutto l’incredibile patrimonio culturale, architettonico e storico che i nostri castelli custodiscono. Serve indirizzare le forze verso un progetto organico che abbia come principale obiettivo quello di creare occupazione stabile per porre argine all’emorragia di giovani che abbandonano la nostra terra. Se si riuscisse a far crescere il turismo culturale in Basilicata si potrebbe, non solo rafforzare complessivamente l’offerta turistica, ma al contempo raggiungere numerosissimi comuni lucani anche offrendo opportunità proprie del turismo di montagna, che resta ancora troppo al margine dell’offerta turistica,dando loro una possibilità di sviluppo e “resilienza”. Le iniziative e la promozione sono invece per lo più affidate alle piccole comunità o ai privati che, però, evidentemente non hanno la forza economica e comunicativa che potrebbe, invece, avere una campagna marketing promossa dalla Regione Basilicata e in cui far confluire le migliori esperienze di turismo di montagna realizzate sul nostro territorio”.
Per Sannazzaro “non c’è una visione unitaria che metta in rete, che sia capace di fare sistema tra le strutture turistiche e gli operatori del settore e così si rischia di perdere un’altra grande occasione di sviluppo per il nostro territorio. Deve crescere nella collettività, tra le istituzioni e nella politica la consapevolezza che il turismo è mare ma anche altri luoghi come il Pollino, la Sellata, la montagna di Viggiano, le piccole Dolomiti lucane, il Vulture e i nostri parchi che spesso nascondono angoli di paradiso e tracce della storia del territorio. Serve una programmazione che metta a disposizione più risorse per potenziare questi attrattori turistici a partire, ad esempio, dalle infrastrutture, dai collegamenti ma anche dalla riqualificazione e manutenzione dei luoghi affinché siano presentabili nella loro migliore veste.
Oggi – ha concluso – vogliamo capire quali possono essere le soluzioni migliori per creare la migliore rete possibile ma anche quali interventi sono prioritari per indirizzare nuovi investimenti da parte della Regione, e non solo, affinché non si continui con la politica dei finanziamenti a pioggia che rischiano di far disperdere risorse senza ottenere risultati proporzionati agli investimenti”.