Dopo la costituzione dell’Arppa (Associazione regionale piccoli produttori agricoli) per favorire la vendita diretta dei prodotti locali e di Basilicata rurale (associazione socio-culturale) la Cia-Turismo Verde passa alla sperimentazione pratica del programma “Saperi e Sapori” accompagnato dallo slogan “Mangiare sano mangiare lucano” che si fonda sulla candidatura di Matera capitale della dieta mediterranea in supporto alla candidatura di Matera capitale europea della cultura 2019.
Tra le nuove idee progettuali della Cia, l’iniziativa “RiConoscere l’Italia nel Piatto”. “L’Italia -spiega la Cia – è una destinazione scelta dai turisti non solo per la storia, la cultura, l’arte e il paesaggio ma anche per l’enogastronomia, tanto da meritarsi l’appellativo di ‘Patria della buona tavola’. Che si tratti di un agriturismo, di un ristorante stellato o di una trattoria di provincia, l’attenzione alla qualità dei prodotti e la fantasia in cucina sono un tratto distintivo del ‘made in Italy’. La Cia, per esaltare il valore della dieta mediterranea, propone così un vero e proprio ‘viaggio del gusto nel Belpaese’, attraverso la scoperta dei migliori prodotti tradizionali a marchio Dop, Igt e bio prodotti dagli imprenditori agricoli e trasformati in straordinarie eccellenze gastronomiche regionali dalle sapienti ed esperte mani di rinomati chef.
“Il binomio ‘saperi e sapori’ che contraddistinguono e rendono unica la nostra dieta mediterranea – afferma Donato Distefano, presidente della Cia – è la ricetta del successo del “mangiare sano mangiare lucano” che deve coinvolgere oltre ai ristoratori e alle associazioni di categoria degli esercenti i produttori dei prodotti tipici e di qualità. Il ‘Made in Italy’ piace sempre di piu’ e cresce l’export. L’80 per cento circa delle esportazioni di cibo e bevande e’ costituito da prodotti dell’industria alimentare mentre crolla l’export di prodotti agricoli freschi. Colpa soprattutto dell’aumento costante dei costi produttivi e del parallelo calo delle quotazioni all’origine. Un binomio devastante che, quest’anno, ha addirittura scoraggiato molti a seminare, a piantare, con una crescita del 6 per cento circa dei terreni lasciati a riposo”.
E tra le aziende agrituristiche del circuito Turismo Verde, l’Azienda La Taverna del Pastore di Bella si prepara a svolgere un ruolo importante di apri-pista per sperimentare nuove proposte e pacchetti di cucina-territorio. L’azienda conta già su esperienze consolidate di collaborazione tra operatori agrituristici della provincia di Potenza e la federazione nazionale dei campeggiatori (è una delle poche che dispone di area attrezzata per camper), con il Touring Club, Slow Food, associazioni ambientaliste.
Una vecchia Masseria, ristrutturata e situata nella verde campagna di Bella, a pochi Km dall’antica Via Appia, circondata dai rilievi dell’ appennino Lucano, che diventerà, entro la prima settimana di marzo e molto prima dell’assalto di Pasquetta, punto di ritrovo per buongustai e quanti ricercano le emozioni e suggestioni del paesaggio rurale. I prodotti biologici dell’azienda carni, formaggi, verdure, conserve e pasta fresca sono i protagonisti di piatti tipici che rievocano la ricca tradizione gastronomica lucana (con riconoscimenti prestigiosi in occasione del Campionato nazionale della cucina contadina ad Arezzo). Le camere dotate di ogni comfort affacciano sulla valle e consentono un soggiorno rilassato immersi nella natura piu’ ospitale. Si punta a valorizzare e far conoscere l’area del Marmo-Platano e soprattutto le sue zone più interne, “territori che hanno come attrazione la qualità ambientale, prima richiesta dei campeggiatori” spiega Marisa Gabriele, animatrice del progetto insieme al marito Sandro Doino. Noi non vogliamo fermarci ai sapori dei piatti solo ed esclusivamente di prodotti locali, tra cui l’agnello – dice ancora Doino – e stimoliamo i nostri ospiti a scoprire il territorio e l’autentica cultura contadina. Una risposta moderna all’agriturista “tipo”: età media compresa tra i 30 e i 45 anni, ama la natura e ha a cuore le tematiche ambientali e sociali, ma è anche un buongustaio con una propensione forte verso il biologico. Più in generale, secondo una recente indagine della Cia, la scelta di fare le vacanze in agriturismo è dettata principalmente dal desiderio di stare a contatto con la natura (48 per cento), di riposarsi in assoluto relax e tranquillità (23 per cento), di gustare la cucina tradizionale e le specialità enogastronomiche locali (19 per cento), di avere vicino luoghi che hanno attrattive culturali o religiose (10 per cento). In più, dall’indagine viene fuori che la scelta agrituristica ha un altro dei suoi punti di forza nell’accoglienza “familiare” dell’azienda, che è preferita al rapporto impersonale tipico degli alberghi.
Feb 23