Un agriturismo sempre più “moderno” con una vasta ed innovativa offerta di vacanza rurale e di attività diversificate collegate al modello “tradizionale” nel quale la buona cucina contadina resta l’attrattore principale. E’ il messaggio per esorcizzare la crisi che viene dall’assemblea interregionale di Turismo Verde Sud che si è svolta oggi a Miglionico presso l’Azienda Agrituristica “Fontan Di Noce”, “simbolo” di innovazione dell’agriturismo meridionale. Intanto l’ultimo report Istat sulle aziende agrituristiche italiane conferma la “buona qualità” dell’offerta di ospitalità rurale in Basilicata: le aziende del turismo rurale censite, al 2012, in regione sono 124 con una disponibilità massima di 1.929 posti letto e 3.919 coperti a tavola. L’incremento in rapporto al 2011 è del 10,5% in più di aziende, del 12,7% di posti letto e del 9,8% di coperti a tavola. Il report segna il soprasso (sia pure di due sole unità) di donne conduttrici di aziende agrituristiche rispetto agli uomini che – sottolinea Giuseppe Modarelli, presidente di Turismo Verde Basilicata – rileva la crescita nel giro di pochi anni di una nuova generazione femminile di imprenditrici del turismo rurale fortemente caratterizzate da innovazione e creatività. Quanto alle attività proposte agli ospiti, in 31 aziende è possibile praticare l’equitazione, 36 la montain bike; 59 propongono itinerari fi escursionismo, 45 di trekking e 12 osservazioni naturalistiche. Una trentina sono anche fattorie didattiche e in una decina si svolgono corsi-laboratori di cucina. Per zona altimetrica, le aziende si trovano per il 52,4% in montagna, per il 25,5% in collina e per il 22,1% in pianura. Per il presidente nazionale di Turismo Verde Giuseppe Gandin bisogna insistere principalmente su due fattori: qualità-prezzo e innovazione. Pur non essendo possibile “importare” il modello vincente dell’agriturismo toscano, emiliano ed umbro, a Sud – ha detto – si devono intensificare le attività di laboratorio di cucina, pratica dello sport, equiturismo e anche semplici ma efficaci corsi di potatura di piante molto richiesti da quanti risiedono in città. Bisogna prendere atto che è cambiato l’identikit dell’ospite agriturista. Mentre, da una parte, tiene lo “zoccolo duro” della clientela di famiglie con bambini che cercano relax, cibi genuini e garantiti e contatto con la natura e gli animali, dall’altra crescono le prenotazioni di eco-turisti che cercano nell’agriturismo benessere, arte e musica. Sono molti gli agriturismi – spiega Gandin – che hanno scelto di dedicare gli ambienti comuni della struttura ad aree di lettura, in alcuni casi si mettono a disposizione degli ospiti strumenti musicali, in particolare chitarre e pianoforti. Oggi il fatturato annuo complessivo degli agriturismi italiani supera 1 miliardo di euro, ma la redditività media netta di un’azienda agrituristica si ferma tra i 28 mila e i 30 mila euro l’anno.
Con l’assemblea di Miglionico la Cia ha rilanciato “La spesa in campagna”: fare la spesa presso le aziende agrituristiche del circuito Turismo Verde – “spacci locali” (punti vendita diretta gestiti in forma
associata da imprenditori agricoli che si possono individuare attraverso il sito web www.laspesaincampagna.net e persino scaricare il software per la navigazione Gps per raggiungerle) – è conveniente. Si risparmia fino al 30 per cento. Dalle verdure alla frutta, dal latte fresco ai formaggi, al vino, dall’olio d’oliva al pane, alla pasta ai dolci fatti in casa, dalle marmellate alle conserve. La vendita in azienda agricola – ha spiegato Tommaso Buffa, responsabile nazionale – è un chiaro esempio di una filiera cortissima, direttamente dal produttore al consumatore, che porta vantaggi reciproci per ambedue le parti. Un’iniziativa estremamente valida per integrare in modo adeguato il reddito delle piccole e medie aziende, specialmente quelle che si trovano in zone montane, collinari e periurbane. Nello stesso tempo per i cittadini rappresenta un’occasione ideale per acquistare un prodotto di qualità a costi contenuti.
Per Antonio Nisi, presidente regionale della Cia lucana, la parola d’ordine della nuova fase dell’agriturismo è sintetizzabile in “fare sistema”. Le aziende del turismo rurale promuovono e vendono prodotti tipici e territorio. Di qui le nostre proposte – ha detto Nisi – perché il prossimo PSR contenga misure specifiche per sostenere questa progettualità, per favorire l’ammodernamento ed adeguamento delle strutture alla nuova domanda, il risparmio energetico e dei consumi idrici, la commercializzazione dei soggiorni in campagna. La costituzione di un’impresa multifunzionale come quella dell’agriturismo – ha sottolineato il direttore regionale della Cia Donato Distefano – racchiude una molteplicità di attività come l’ospitalità, la ristorazione, le degustazioni, le attività ricreative, ma purtroppo comporta infatti il soddisfacimento di numerose normative (solo per fare un esempio: un’azienda spende circa 2 mila euro l’anno per lo smaltimento dei rifiuti e quasi 500 euro per canoni Tv, musica e intrattenimento) che non solo rallentano e complicano di molto l’operatività, ma fanno da freno allo sviluppo e alla crescita del settore. Si tratta, insomma, di ulteriori “lacci e lacciuoli” burocratici che si vanno a sommare a quelli cui è già costretta a soggiacere un’azienda agricola.
Apr 03